James Webb, il lancio del telescopio che rivoluzionerà l'osservazione dell'Universo
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Erede del più celebre Hubble, è il più grande del mondo ed è frutto della collaborazione tra Nasa, Agenzia spaziale europea (Esa) e Agenzia spaziale canadese (Csa).
Il giorno di Natale è stato lanciato nello spazio, ed è stato rilasciato con successo nella sua orbita, il telescopio spaziale James Webb, erede del più celebre Hubble. Un razzo Ariane 5 è decollato dal centro spaziale della Guyana per inviare nello spazio Webb, uno strumento che dovrebbe rivoluzionare l'osservazione dell'Universo, frutto della collaborazione tra Nasa, Agenzia spaziale europea e Agenzia spaziale canadese.
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Il telescopio Jswt da 10 miliardi di dollari e 30 anni di lavoro, il più grande e potente telescopio spaziale al mondo, farà luce sulle prime stelle e perlustrerà il cosmo alla ricerca di tracce di vita. Pensato come successore del telescopio spaziale Hubble, sta sfrecciando verso la sua destinazione a un milione di miglia di distanza: ci vorrà un mese per arrivare e poi saranno necessari cinque mesi prima che inizi a lavorare.
Jswt viaggerà su una traiettoria di fuga diretta verso la sua destinazione a più di 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, nel cosiddetto "secondo punto di Lagrange" (L2) lungo l'asse Terra-Sole.
Il primo "messaggio" di Webb sulla Terra arriva una ventina di minuti dal lancio, poco prima che si separi dal razzo per iniziare la sua vita solitaria nello spazio. Il segnale è come un picco di onde radio su un monitor presso l'antenna di 10 metri di Malindi (Kenya), gestita dall'Agenzia spaziale italiana (Asi) e parte della rete di collaborazione Estrack dell'Esa.
A questo segnale iniziale seguirà un flusso di informazioni per comunicare agli operatori lo stato del veicolo spaziale dopo le fatiche del lancio, e allo stesso tempo sarà possibile, per il team dell'Esa presso il Centro Operativo dell'Agenzia in Germania, trasmettere comandi e informazioni importanti sulla missione al Controllo della Missione Webb della Nasa.
Dal momento della separazione, Malindi avrà tre fasi di visibilità con la missione: inizialmente la stazione Esa comunicherà con Webb per la prima ora dopo la separazione, quindi l'antenna della Nasa a Canberra si unirà al supporto e Malindi passerà a un ruolo di backup.
Quando il veicolo spaziale non sarà più visibile da Canberra, Malindi riprenderà le redini, prima che la stazione della Nasa di Madrid subentri nel supporto. Dopo la separazione, e durante il supporto a Webb, la stazione di Malindi monitorerà anche le attività del lanciatore Ariane per circa un'ora dopo il decollo.