dopo la cospicua vendita di aprile

"Ridateci la nostra polvere lunare", la Nasa riesce a bloccare la nuova asta dei campioni raccolti dall'Apollo 11

Il materiale è stato al momento ritirato, dopo che ad aprile a New York era già stato assegnato all'incanto per 500mila dollari quanto riportato sulla Terra dall'astronauta Neil Armstrong nel 1969

24 Giu 2022 - 09:11
50 anni fa: 20 luglio 1969. "Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità". Con questa frase l'astronauta Neil Armstrong mette piede sul suolo lunare. Un evento che ha tenuto col fiato sospeso davanti ai televisori di tutto il mondo oltre 600 milioni di persone. © ansa

50 anni fa: 20 luglio 1969. "Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità". Con questa frase l'astronauta Neil Armstrong mette piede sul suolo lunare. Un evento che ha tenuto col fiato sospeso davanti ai televisori di tutto il mondo oltre 600 milioni di persone. © ansa

Stavolta è stato tutto bloccato al grido di "Ridateci la nostra polvere lunare, appartiene al governo". A rivendicare, infatti, la proprietà del materiale proveniente dalla missione Apollo 11 del 1969, e che sarebbe dovuto andare all'asta a Boston per RR Auction con base di 400mila dollari, è stata la Nasa. In particolare, la polvere di questo lotto, prontamente ritirato, era stata data in pasto agli scarafaggi per un esperimento utile a determinare se il materiale lunare contenesse agenti patogeni che potessero rappresentare una minaccia per la vita terrestre. Una vittoria per l'Agenzia spaziale statunitense, che, invece, ad aprile, a New York, aveva dovuto incassare una sconfitta.

Un anonimo compratore, infatti, con un'offerta di quasi 500mila dollari, ad aprile si è aggiudicato, e per la prima volta legalmente, 5 campioni di alluminio del microscopio elettronico a scansione (Sem), ciascuno ricoperto da un nastro di carbonio dal diametro di circa 10 millimetri, contenente polvere della Luna raccolta dall'astronauta Neil Armstrong nel 1969 e certificata dalla Nasa stessa. La querelle giudiziaria, infatti, non era riuscita a fermare l'asta tenuta quella volta da Bonhams a New York.

"Tutti i campioni di Apollo 11 appartengono alla Nasa e a nessuna persona, università o altra entità è mai stato concesso il permesso di conservarli dopo l'analisi o altro uso per qualsiasi scopo, in particolare per la vendita", si legge nella lettera che il legale dell'Agenzia ha inviato al banditore per far saltare l'asta.

Missione compiuta, come detto, perché il materiale dell'esperimento che era stato messo all'incanto, inclusa una fiala con circa 40 milligrammi di polvere lunare e tre carcasse di scarafaggi, avrebbe dovuto essere venduto per almeno 400mila dollari.

In una lettera successiva, inoltre, il legale della Nasa ha chiesto a RR Auction di collaborare con l'attuale proprietario del materiale perché il tutto venga restituito al governo Usa. "Abbiamo già lavorato con la Nasa e abbiamo sempre collaborato con il governo degli Stati Uniti quando si rivendicavano oggetti", ha commentato Mark Zaid, avvocato della casa d'asta, che ha assicurato: "Vogliamo agire in modo appropriato e lecito".

Con la missione Apollo 11 arrivarono sulla Terra più 21 chili di roccia lunare: alcuni sono stati dati in pasto a insetti, pesci e altre piccole creature per studiare la loro reazione. E gli scarafaggi nutriti con polvere di luna furono portati all'Università del Minnesota dove l'entomologo Marion Brooks li sezionò e studiò. "Non ho trovato prove di agenti infettivi", fu la conclusione di Brooks, morto nel 2007. Ma quella polvere lunare e quegli scarafaggi non tornarono mai in possesso della Nasa: rimasero esposti proprio a casa di Brooks. Sua figlia li ha venduti nel 2010 e ora sono nuovamente sul mercato.

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri