DETTAGLI SENZA PRECEDENTI

Ritratti in alta risoluzione degli asteroidi: così proteggiamo la Terra dai possibili impatti

La missione di difesa planetaria Dart della Nasa ha permesso di ottenere dati dei corpi celesti Dydimos e Dimorphos. Gli esperti: "Li studiamo per capire come non fare la fine dei dinosauri" 

31 Lug 2024 - 12:53
 © NASA/Johns Hopkins APL

© NASA/Johns Hopkins APL

Arriva un ritratto in alta definizione di due asteroidi. Si tratta di Dydimos e della sua piccola luna Dimorphos, protagonisti della Dart, la prima missione di difesa planetaria della Nasa. I corpi celesti sono stati osservati con un dettaglio senza precedenti anche grazie al piccolo satellite LiciaCube, gestito e coordinato dall'Agenzia spaziale italiana. 

Perché studiare gli asteroidi?

 "Oggi studiamo gli asteroidi anche per capire come non fare la fine dei dinosauri", ha detto Pajola. Sappiamo infatti che oltre 65 milioni di anni fa un asteroide colpì la Terra portando all'estinzione i dinosauri. "Tutto questo è avvenuto perché un oggetto celeste, non diverso da quello studiato nei nostri lavori appena pubblicati, venne deviato dalla sua orbita e colpì la Terra", ha aggiunto. 

La missione Dart

 Dydimos e Dimorphos sono protagonisti della missione Dart della Nasa, che ha l'obiettivo di valutare quanto l'impatto di un veicolo spaziale devia un asteroide. La sonda Dart ha bersagliato Dimorphos nel settembre del 2022 per modificarne la traiettoria. In questo modo, sono stati raccolti dati dettagliati su questo corpo celeste e su Dydimos che serviranno a proteggere la Terra da eventuali minacce di impatto. 

I risultati sono pubblicati in cinque articoli sulla rivista Nature Communications. Di questi, due sono coordinati dagli italiani Alice Lucchetti e Maurizio Pajola, dell'Osservatorio Astronomico di Padova dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.

Gli studi

 "Grazie alle immagini realizzate dalla sonda abbiamo potuto mappare le fratture presenti sulla superficie dei massi dei due asteroidi", ha detto Lucchetti. L'analisi delle fratture combinate con quelle della forma e distribuzione dei massi nei due asteroidi, il più grande con un diametro di circa 800 metri il più piccolo di 150, ha permesso anche di ricostruirne la storia.

Cosa sappiamo dei due asteroidi

 Didymos si sarebbe formato 12,5 milioni di anni fa dai resti di un oggetto più grande, distrutto da un violento impatto. Sulla superficie troviamo grandi massi con dimensioni che variano tra 10 e 160 metri, oltre a numerosi crateri di varie dimensioni. Dimorphos si è formata 300mila anni fa dalla fuga di alcuni massi spinti dalla rotazione di Didymos accelerata dal calore del Sole. Su di essa sono stati osservati crepe e crateri. 

Dalle analisi è possibile prevedere anche il futuro dei due asteroidi perché gran parte delle rocce mostrano fratture superficiali di dimensioni comprese fra 50 centimetri e 3 metri, allineate lungo la stessa direzione. "Indicazioni evidenti di fratture dovute allo stress termico, ossia l'alternanza con il calore del Sole", ha detto Lucchetti. Fratture che tra migliaia di anni porteranno inevitabilmente alla rottura completa delle rocce più grandi di Dimorphos. 

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