Mosca avverte: "Con le sanzioni la Stazione spaziale internazionale è a rischio caduta" | L'esperto: pericolo remoto
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L'agenzia russa minaccia la fine della collaborazione sulla Stazione Spaziale Internazionale: "Pronte proposte specifiche"
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La cooperazione sulla Stazione Spaziale Internazionale torna a essere in bilico. Il direttore generale della Roscosmos, l'agenzia spaziale russa, ha detto su Twitter: "Ritengo che il ripristino delle normali relazioni tra i partner della Stazione Spaziale Internazionale e altri progetti congiunti sia possibile solo con la completa e incondizionata revoca delle sanzioni illegali".
Il direttore Dmitry Rogozin ha quindi preannunciato che "proposte specifiche di Roscosmos sui tempi per porre fine alla cooperazione sulla ISS con le agenzie spaziali di Stati Uniti, Canada, Unione Europea e Giappone saranno presentate" all'amministrazione russa nel prossimo futuro. Poco prima nel thread (la sequenza di tweet uno in fila all'altro) aveva pubblicato la risposta della Nasa alla sua richiesta di togliere le sanzioni: "Le misure di controllo statunitensi sull'export continuano a consentire la cooperazione tra gli Stati Uniti e la Russia per assicurare la continuazione di operazioni in sicurezza sulla Iss".
L'11 marzo, Rogozin aveva allarmato dicendo che le sanzioni avrebbero potuto coinvolgere le navicelle russe e che di conseguenza avrebbero interessato il segmento russo della stazione che serve, tra le altre cose, a correggere l'orbita della struttura orbitale. Per questo - diceva - era a rischio la tenuta dell'orbita della stazione. Alla minaccia era seguita, però, la smentita dell'esperto di meccanica celeste Jonathan Mc Dowell: "Nessun pericolo che la Stazione Spaziale possa cadere verso la Terra". Ventritrè giorni dopo, le navette Soyuz verso la Iss sono ancora in funzione.
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