Dovrebbe essere quasi completamente distrutto nell'impatto con l'atmosfera, ma alcuni frammenti potrebbero comunque arrivare. Per l'agenzia spaziale americana "il rischio che qualcuno venga colpito è calcolato in 1 su 9.400"
© Nasa
Il satellite scientifico della Nasa Erbs (Earth Radiation Budget Satellite), in orbita da quasi 40 anni e non più operativo, è in caduta incontrollata verso la Terra e il suo ingresso nell'atmosfera è previsto nella notte fra l'8 e il 9 gennaio. Secondo le previsioni della Nasa, il veicolo spaziale, del peso di quasi due tonnellate e mezzo, dovrebbe essere quasi completamente distrutto nell'impatto con l'atmosfera, ma alcuni frammenti potrebbero comunque arrivare a terra. Per l'agenzia spaziale americana "il rischio che qualcuno venga colpito è calcolato in 1 su 9.400".
Secondo i calcoli più recenti disponibili, del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, l'ingresso nell'atmosfera è atteso alle 00:40 italiane del 9 gennaio, con un margine di 17 ore in più o meno.
Il satellite Erbs - Lanciato nel 1984 con lo shuttle Challenger, il satellite Erbs era stato progettato per funzionare due anni, ma la sua vita operativa è stata molto più lunga. Per 21 anni, infatti, i suoi strumenti hanno raccolto dati su atmosfera e clima, misurando i livelli di ozono, vapore acqueo e aerosol. Erbs ha smesso di funzionare nel 2005, diventando uno degli ormai numerosissimi detriti spaziali nell'orbita terrestre.
I precedenti - Il satellite della Nasa è l'ultimo di una lunga serie di oggetti in caduta incontrollata dallo spazio: un fenomeno ormai diventato molto comune, tanto che gli esperti stimano che episodi simili si verifichino ogni uno o due giorni. Fra i casi più eclatanti, il più recente è stato lo stadio centrale del razzo cinese Lunga Marcia 5B da 25 tonnellate utilizzato per portare in orbita i nuovi moduli della stazione spaziale cinese in costruzione. È stata la quarta volta per il lanciatore cinese, dopo i rientri incontrollati avvenuti a maggio 2020, a maggio 2021 e a luglio 2022. I frammenti degli ultimi due erano fortunatamente caduti nell'oceano Pacifico, ma nel maggio 2020 erano finiti su un villaggio della Costa d'Avorio.