Era senza carburante

Spazio, il satellite Aeolus è precipitato sull'Antartide | Esa: "Missione compiuta"

Il "cacciatore di venti" era stato lanciato nel 2018. L'Agenzia spaziale europea ha guidato a distanza il rientro sul nostro pianeta

29 Lug 2023 - 16:36
Il satellite Aeolus © Afp

Il satellite Aeolus © Afp

Il satellite Aeolus è precipitato sull'Antartide. Lo ha reso noto l'Agenzia Spaziale Europea, che lo aveva lanciato nel 2018 e che ne ha guidato a distanza il ritorno verso il nostro pianeta. Dopo cinque anni nello spazio il satellite era rimasto quasi senza carburante. Si è trattato, quindi, del primo rientro controllato riuscito attraverso una serie di manovre per guidare il veicolo verso il mare aperto e il più lontano possibile dalla terraferma.

L'impatto con l'atmosfera

 Nelle scorse settimane l'Esa aveva annunciato il rientro di Aeolus, precisando che si sarebbe potuto verificare un minimo rischio di caduta di detriti. Nel tardo pomeriggio del 28 luglio il Centro di controllo dell'Esa ha inviato l'ultimo comando al satellite, che ha continuato a ridurre la sua quota fino all'impatto con l'atmosfera, avvenuto oltre il Circolo Polare Antartico a 71 gradi Sud e 150 gradi Est.

Il satellite del venti

 Pesante 1,3 tonnellate, Aeolus era stato progettato per studiare i venti. Dal 2018 ha fornito dati preziosi per le previsioni meteorologiche e per i modelli climatici, anche grazie alla tecnologia italiana, con lo strumento Aladin (Atmospheric Laser Doppler INstrument), costruito negli stabilimenti di Leonardo a Campi Bisenzio e Pomezia.

Il satellite sarebbe dovuto rimanere nello spazio per tre anni, vi è rimasto quasi cinque. Stava, quindi, esaurendo il propellente che gli avrebbe consentito di mantenersi stabile sulla sua orbita. Di conseguenza, avrebbe cominciato progressivamente a perdere quota, cadendo verso la Terra. L'Esa ha pensato così di utilizzare il propellente ancora disponibile per guidare il rientro di Aeolus in modo sicuro, portandolo dalla quota di 320 chilometri fino a 120 chilometri e direzionandolo in maniera tale che, dopo l'impatto con l'atmosfera, gli eventuali detriti cadessero nell'oceano Atlantico.

C'era il rischio di caduta di detriti

 L'Agenzia Spaziale Europea ha, quindi, preferito evitare un rientro incontrollato, guidando il satellite nell'ultima fase della sua missione. Il direttore delle operazioni di rientro, Rolf Densing, ha spiegato: "Sono state manovre complesse ed Aeolus non era stato progettato per sostenerle. C'era la possibilità che questo primo tentativo di rientro assistito non avrebbe potuto funzionare". Ha aggiunto: "Abbiamo imparato molto da questo successo e potremo utilizzare lo stesso approccio per altri satelliti giunti alla fine della loro vita operativa, lanciati prima che fossero in vigore le attuali misure di smaltimento".

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