Sagittarius A* si trova al centro della nostra galassia ed è il "gigante supermassivo" più vicino a noi. Gli scienziati hanno impiegato anni per sviluppare la foto
La conoscenza dell'Universo si arricchisce di una nuova, storica scoperta. È stata infatti svelata la fotografia del buco nero al centro della nostra galassia, la Via Lattea. Si tratta della prova definitiva dell'esistenza di Sagittarius A*, il "gigante supermassivo" più vicino a noi, scoperto grazie alla collaborazione internazionale tra Event Horizon Telescope (Eht), Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e le Università Federico II di Napoli e di Cagliari.
Pubblicato in 10 articoli su The Astrophysical Journal Letters, il risultato è annunciato in tutto il mondo a partire dalla Germania, con l'Eso (European Southern Observatory).
A tre anni dalla prima foto di un buco nero, quello della galassia M87, la nuova immagine è una "prova schiacciante" dell'esistenza di un buco nero al centro della nostra galassia, come l'hanno definita i ricercatori nella conferenza stampa organizzata a Roma. Sebbene i due buchi neri sembrino molto simili, quello della Via Lattea è oltre mille volte più piccolo e meno massiccio rispetto a quello di M87.
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Immagine rivoluzionaria - Anche in questo scatto storico, frutto del lavoro di più di 300 ricercatori di 80 istituti in tutto il mondo che insieme formano la Collaborazione Eht, il buco nero non è visibile direttamente perché non emette luce. Si vede uno spesso anello di gas brillante, delle dimensioni che avrebbe se fosse intorno alla Luna, che circonda una regione centrale scura chiamata "ombra". L'anello è prodotto dalla luce distorta dalla potente gravità del buco nero, che ha una massa pari a quattro milioni di volte quella del Sole ed è distante dalla Terra 27mila anni luce, in direzione della costellazione del Sagittario.
Una ricerca titanica - La foto è stata ottenuta grazie a una rete globale di otto radiotelescopi, compreso il più potente del mondo: Alma (Atacama Large illimeter/submillimeter Array), al quale l'Italia partecipa attraverso lo European Southern Observatory (Eso) e ospita il nodo italiano del Centro regionale europeo Alma presso la sede dell'Inaf di Bologna. I radiotelescopi funzionano all'unisono, come fossero un uno strumento grande quanto la Terra e insieme sono stati puntati verso il cuore della galassia per diverse notti nell'aprile 2017, raccogliendo dati per molte ore di seguito, in modo simile a quando si fa una lunga esposizione con una macchina fotografica.
Per sviluppare la foto ci sono voluti anni - Nonostante Sagiuttarius A* sia molto più vicino rispetto al primo buco nero immortalato in una foto, ottenerne l'immagine è stato molto più difficile e ha richiesto anni di lavoro. Poiché è più piccolo, il gas gli ruota intorno molto velocemente, impiegando pochi minuti completare un'orbita intorno al buco nero (contro i giorni impiegati dal gas attorno al buco nero di M87). Di conseguenza per ottenere l'immagine è stato necessario fare una media delle numerose immagini ottenute nella campagna di ricerca.