Quasi a secco - E quella domenica arrivò. E fu sera e fu mattina, direbbe Paolo VI; con in mezzo una notte interminabile. L'Eagle si posò sulla superficie lunare, alle 20:17:40 di domenica 20 luglio, con non più di 25 secondi di autonomia restanti. In seguito si scoprì che era il risultato di una "perdita" più grande del previsto, che copriva un sensore. Non proprio robetta, se ti trovi nello spazio e non su un'autostrada. Secondo il programma, Armstrong e Aldrin avrebbero dovuto riposare per alcune ore all'interno del modulo lunare, eventualmente con l'aiuto di tranquillanti, per poi prepararsi per l'uscita, programmata per le 6:17 (8:17 italiane). Invece gli astronauti non dormirono. E come avrebbero potuto?
Charlie Brown e Snoopy, Columbia e Eagle - Come ogni grande impresa, anche quella grandissima dello Sbarco possiede un proprio pantheon di epiteti e nomi propri che fanno parte del mito. Se Cristoforo Colombo è per forza di cosa associato alla Nina, alla Pinta e alla Santa Maria, Armstrong e compagni hanno navigato a bordo di natanti altrettanto evocativi. L'equipaggio delle missioni Apollo aveva la possibilità di rinominare le navicelle in uso. Gli astronauti dell'Apollo 10 avevano optato per Charlie Brown e Snoopy per identificare i moduli. Made in Usa, ok, ma forse non proprio adattissimi a una missione potenzialmente mortale. Le autorità suggerirono allora all'equipaggio dell'Apollo 11 di scegliere nomi più "seri". Il modulo di comando fu così chiamato Columbia, da Columbiad, il gigantesco cannone che, nel romanzo di Jules Verne Dalla Terra alla Luna (1865), sparava la navicella verso la Luna. Il modulo lunare fu battezzato Eagle, come già detto, in onore dell'uccello simbolo degli Stati Uniti, rappresentato anche sull'emblema della missione.
L'approdo e il passo sul Mare della Tranquillità - I preparativi per la passeggiata lunare iniziarono alle 23:43, richiedendo più tempo del previsto. Tre ore e mezza invece di due. Il portello venne aperto alle 02:39:33. Dodici minuti dopo Armstrong iniziò la sua discesa sul Mare della Tranquillità attraverso la scaletta, non senza difficoltà: l'Unità di Controllo Remota sul casco gli impediva di vedersi i piedi. Le prime immagini in bianco e nero di un uomo sulla Luna vennero viste in diretta da almeno 600 milioni di persone sparse in tutto il mondo. Sei ore e mezza dopo aver toccato il suolo, alle 2:56:15 (le 4:56 italiane), dopo una breve descrizione della superficie ("Very fine grained... almost like a powder", cioè "a grana molto fine... quasi come polvere") e aver pronunciato la sua storica frase, Armstrong fece il suo primo passo fuori dall'Eagle e diventò il primo uomo a camminare su un altro corpo celeste.
La Luna in tasca - Circa sette minuti dopo aver passeggiato sulla superficie della Luna, Armstrong raccolse un campione di terreno. Appena lo ebbe fatto, ripiegò il contenitore ove lo aveva posto e lo infilò in una tasca della tuta sulla coscia destra. Come un pacchetto di sigarette. Armstrong osservò che muoversi nella gravità lunare, un sesto di quella terrestre, era "forse più facile rispetto alle simulazioni... Non è assolutamente un problema andare in giro". Aldrin tenne invece fede alla sua fama di eccentrico e testò metodi "alternativi" per muoversi, compreso il cosiddetto "salto del canguro".
E' ora di rientrare - Gli astronauti piantarono insieme la bandiera degli Stati Uniti, ma la consistenza del terreno consentì un affondo di pochi centimetri. L'enfasi fece il resto. Intanto Collins era rimasto solo a bordo del suo modulo, sperimentando quella che, per sua stessa definizione, fu "una solitudine umana mai conosciuta dai tempi di Adamo". Aldrin rientrò nell'Eagle per primo. Con non poche difficoltà, gli astronauti caricarono i film e due sacchi contenenti più di 22 chili di materiale lunare. Il portello venne chiuso alle 05:01, dopodiché i novelli eroi americani pressurizzarono il modulo e si prepararono a dormire. Finalmente. Dopo circa nove ore e mezzo, alle 17:54, Armstrong e Aldrin decollarono per raggiungere Collins a bordo del Columbia in orbita lunare.
Il ritorno sulla Terra - Le 16:50:35 del 24 luglio 1969, Oceano Pacifico. I paracadute parafreno del Columbia si aprono. Sette minuti dopo la navicella impatta l'acqua a testa in giù. "Tutto va bene, la nostra lista di controllo è completa, aspettiamo i sommozzatori": è stata questa l'ultima trasmissione ufficiale di Armstrong dal Columbia. L'ultima comunicazione gracchiante dell'impresa più grande che l'uomo in persona abbia mai compiuto.