Circonda una galassia distante circa 590 milioni di anni luce. Studiarlo può aiutare a conoscere l'espansione dell'universo, così come a capire gli effetti delle invisibili materia ed energia oscura
© Agenzia Spaziale Europea
È un fenomeno astronomico estremamente raro quello che il telescopio Euclid dell'Agenzia spaziale europea ha scoperto nelle vicinanze della Via Lattea, rimasto finora nascosto: è un anello di luce, chiamato anello di Einstein, che circonda la galassia NGC 6505 distante circa 590 milioni di anni luce e ben nota fin dal 1884.
La particolarità di questo anello luminoso sta nel fatto di essere formato dalla luce proveniente da una galassia molto più lontana e distorta durante il viaggio. La galassia è infatti distante 4,42 miliardi di anni luce e si trova perfettamente allineata dietro quella in primo piano. Il risultato è pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics da un vasto gruppo internazionale guidato da Conor O'Riordan, del tedesco Max Planck Institute per l'Astrofisica di Garching. L'Italia ha partecipato alla ricerca in modo importante.
Si tratta di una dimostrazione importante delle notevoli capacità del nuovo telescopio spaziale, destinato a realizzare la più estesa mappa 3D dell'universo. Per l'Italia hanno partecipato alla ricerca l'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l'Istituto per la Fisica Fondamentale dell'Universo, il Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing di Bologna, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, il Centro dell'Esa per l'osservazione della Terra (Esrin) di Frascati, l'Agenzia Spaziale Italiana e le Università di Bologna, di Genova, di Federico II di Napoli, di Torino, di Milano e di Padova.
Euclid è diventato operativo a febbraio 2024, ma nei primi mesi intercorsi dopo il lancio avvenuto a luglio 2023 ha attraversato una fase di test durante la quale ha inviato alcune immagini alla Terra: è in una di queste che uno dei ricercatori ha individuato il sorprendente anello di Einstein. Questi particolari fenomeni costituiscono una miniera d'oro per gli astronomi: studiare i loro effetti può, infatti, aiutare a conoscere l'espansione dell'universo, così come a capire gli effetti delle invisibili materia ed energia oscura.
"È veramente raro poter trovare una galassia relativamente prossima a noi, che agisca da lente gravitazionale forte", commenta Massimo Meneghetti, ricercatore dell'Inaf tra gli autori dello studio. "La formazione di anelli di Einstein completi come quello di NGC 6505 è un evento ancora più raro, perché richiede che la galassia lente e quella sorgente siano perfettamente allineate con il nostro telescopio. Per questi motivi non ci aspettiamo che Euclid osserverà molte lenti come questa: anche considerando la vasta area di cielo che verrà coperta nel corso della missione, ci aspettiamo di poterne scoprire 20 al massimo", dice Meneghetti.