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Il calcio fa parte di quel gruppo di sport cosiddetti “ad alto impatto” poiché comporta uno stress molto intenso per le articolazioni degli arti inferiori, in particolare per il ginocchio che è sottoposto a continue e logoranti sollecitazioni, oltre ad essere a rischio di traumi causati, ad esempio, da scontri con gli avversari.
Nel calcio moderno, inoltre, il numero di partite sostenute nell'arco di una stagione agonistica è certamente aumentato, pertanto è necessario porre un'attenzione ancora maggiore alla prevenzione della funzionalità articolare al fine di assicurare un corretto svolgimento dell'attività sportiva.
E' quindi fondamentale non sottovalutare i sintomi che limitano l'attività e che preludono all'insorgenza di una patologia degenerativa più grave, l'artrosi.
I sintomi sono:
• dolore
• rigidità articolare
• limitazione funzionale
• versamento articolare.
Ai primi stadi del disturbo il dolore è piuttosto lieve, con picchi nelle prime ore del giorno e la sera. I sintomi si acuiscono con il progredire della malattia, provocando sofferenza ininterrotta e riduzione o, addirittura inibizione, delle capacità motorie.
È infatti dimostrato che l'elevata intensità e la lunga durata dell'attività sportiva possono raddoppiare il rischio di sviluppare precocemente l'artrosi nel ginocchio, che in genere colpisce il 26% delle donne e il 12% degli uomini sopra i 65 anni. Il rischio cresce in caso di sovrappeso e traumi articolari pregressi che abbiano determinato nel tempo continui attriti tra le cartilagini. Un “ginocchio artrosico” presenta lesioni a livello cartilagineo, nonché una riduzione di liquido sinoviale e, soprattutto, di acido ialuronico, componente importante del liquido sinoviale.
A livello agonistico, come pure in ambito amatoriale, è quindi importante gestire correttamente i carichi di lavoro e i tempi di recupero, controllare l'alimentazione, l'idratazione e ridurre il peso. Consigliata l'assunzione di farmaci antinfiammatori e analgesici e l'associazione di terapie fisiche integrate, con esercizi specifici per il mantenimento dell'escursione articolare e del tono muscolare. Queste opzioni da sole non sono tuttavia sufficienti a modificare l'evoluzione del processo degenerativo.
Nei casi più gravi è indicato l'intervento chirurgico, ma se non strettamente necessario, è preferibile optare per una terapia conservativa come la viscosupplementazione, ovvero l'iniezione intra-articolare di preparati a base di acido ialuronico, che permette un migliore controllo della sintomatologia dolorosa e disfunzionale, consentendo una gestione dell'attività agonistica (ed eventualmente post-chirurgica) nelle varie fasi del recupero funzionale, limitando ove possibile anche l'utilizzo di farmaci antinfiammatori.
L'acido ialuronico naturale ha, in genere, un periodo di permanenza in articolazione limitato (più o meno una settimana). Per questo motivo, gli effetti “meccanici” di shock absorber sono inevitabilmente limitati nel tempo, mentre l'attività biologica permane molto più a lungo. Lo HYADD® 4, un acido ialuronico parzialmente modificato per via chimica (e brevettato da un'azienda italiana), associa un effetto meccanico che permane a lungo ed è legato ad un tempo di permanenza articolare di un mese o più, ad un'azione biologica propria della molecola naturale dalla quale deriva. Il prodotto presenta caratteristiche di ammortizzazione dopo stimoli meccanici più adatte all'atleta.
È comunque importante rivolgersi a uno specialista – ortopedico, fisioterapista, preparatore atletico, ecc – che saprà consigliare al paziente la terapia più appropriata.
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