La visualizzazione dei dati parla alla nostra dimensione razionale ed emotiva, spiega il designer Paolo Ciuccarelli a Better Decisions Forum.
Che tu stia lanciando una nuova idea, costruendo una strategia o prendendo una decisione, i dati sono fondamentali. Ma la quantità di informazioni disponibili oggi è impressionante ed è facile venirne sopraffatti, distratti dal gruppo sbagliato di numeri o confuso dalla complessità dei dati. I processi decisionali diventano sempre più complessi, data la grande quantità di dati a disposizione di ogni decisore. Per questo è necessario che il significato dei dati a supporto delle decisioni sia esplicito, e che la loro visualizzazione sia intuitiva e accattivante: è quello che sostiene il designer Paolo Ciuccarelli, fondatore e direttore scientifico del laboratorio di ricerca DensityDesign presso il Politecnico di Milano.
Nel corso del suo illuminante speech su Data Visualization ha messo in luce limiti e potenzialità della Visualizzazione dei dati: conoscenza, percezione ed emozione. La Visualizzazione ci permette di ottenere risposte significative nel momento in cui noi abbiamo già un'idea da verificare quando andiamo a confrontarci con mappe e grafici; quello della percezione invece è piuttosto un limite intrinseco: non è detto che ciò che vediamo noi è anche quello che vedono gli altri... “Many people, many eyes”.
Inoltre, la corretta interpretazione dei dati può dipendere anche dallo stato d'animo di chi li osserva: uno stato emotivo particolare può arrivare ad influire anche sulla nostra capacità di comparare due valori, attività alla base dell'analisi. Come si possono superare questi limiti? Qui entra in gioco l'Information Designer, che ha il compito di dare un senso e una forma ai dati progettando un'interfaccia che sia intuitiva e fruibile per gli utenti.
La visualizzazione dei dati diventa quindi una vera e propria User Experience, che va progettata accuratamente e che coinvolge la dimensione razionale ed emotiva degli utenti: uno strumento essenziale per orientarsi tra i big data sempre più ampiamente disponibili e processi decisionali - che riguardano tutti, dal top manager al cittadino - sempre più complessi.
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