Così Matteo Gatto, direttore Thematic Areas di Expo, spiega il nuovo paradigma che si è voluto alla base dell'evento per cambiare passo rispetto alle edizioni precedenti
Un nuovo paradigma per cambiare radicalmente il modo di concepire le esposizioni universali, portando il confronto al centro dell'evento. Con questo nuovo "paradigma" è stato non solo pensato, ma anche progettato, Expo 2015, come racconta Matteo Gatto, direttore Thematic Areas di Expo Milano 2015, durante la rassegna "5x15", ospitata da Interni all'Università Statale di Milano, nell'ambito del Fuorisalone.
"Nell'ideazione e nella progettazione di Expo volevamo un cambio di paradigma che portasse i Paesi partecipanti a non creare architetture fini a se stesse o che andassero a competere le une con le altre solo per grandiosità - ha spiegato Gatto -. Volevamo che il confronto fra i Paesi avvenisse principalmente sul tema e quello scelto, Nutrire il Pianeta, è sicuramente un argomento che lo permette, dando inoltre la possibilità ai visitatori di vivere delle esperienze".
L'impegno per i Paesi in via di sviluppo - Per segnare un nuovo passo per l'esposizione universale anche la scelta di investire fortemente nei Paesi in via di sviluppo: nelle esposizioni precedenti, questi Paesi, di norma ospitati a spese dell'organizzatore, "venivano messi in seconda o terza fila in grandi capannoni organizzati per area geografica, mentre si mettevano in primo piano soltanto i grandi padiglioni dei Paesi ricchi - ha spiegato Gatti -. Expo 2015 ha deciso di fare il contrario, mettendo questi Paesi al centro dell'esposizione e dandogli una dignità che non hanno mai avuto".