Alla Statale le firme che hanno contribuito a ricostruire Beirut e Milano
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Come l'architettura ridisegna la città, fra dialogo con l'ambiente preesistente e innovazione oltre la demolizione. Ne hanno parlato all'Università Statale di Milano, nell'incontro "Rinascimento Urbano", l'architetto libanese Bernard Khoury, Francesco Fresa di Piuarch e Filippo Pagliani e Michele Rossi di Park Associali.
L'importanza del contesto - Khoury ha descritto il suo percorso avviato nella Beirut post-bellica con il progetto "Evolving Scars", pensato per recuperare le macerie come memoria storica, e arrivato a ridisegnare l'aspetto della disordinata periferia della città. "Il tema del contesto urbano è fondamentale - ha detto Fresa - spesso vediamo splendide costruzioni che sembrano fuori luogo". L'attenzione al contesto, combinata a una passione per l'arte cinetica (da Jesus Soto ad Alberto Biasi), caratterizza i lavori di Piuarch che contano solo a Milano gli headquarter di Dolce&Gabbana e l'Onda Bianca di Piazza Gae Aulenti.
L'architettura "itinerante" - Un altro landmark di Porta Nuova, il Residence Gioia 8 restaurato di recente senza tradire il suo carattere, è stato al centro dell'intervento di Pagliani e Rossi. La relazione con la città era invece più giocosa in The Cube, il ristorante temporaneo affacciato su Piazza Duomo (portato anche a Londra, Stoccolma e Bruxelles): quest'esperienza sarà ripetuta con metodi ancora più rapidi (due giorni di costruzione) sopra Palazzo Beltrami, in Piazza della Scala, dove sorgerà un nuovo ristorante temporaneo. Lo studio ha lanciato anche l'applicazione per smartphone "Park M.App", per esplorare l'architettura di Milano, "perché nei giorni di Expo i turisti scoprano l'evoluzione della città attraverso i suoi edifici".