Il designer tedesco illumina con il colore del fuoco uno dei palazzi più controversi di Milano
Il suo nome è noto in tutto il mondo. Ma i tempi riconoscimenti raccolti nella sua lunga carriera, tra cui il presitigioso Compasso d'oro, non hanno cambiato la percezione che ha di sè. "Non sono famoso, faccio semplicemente ciò che sento. Sperimento, talvolta rischio. Tutto qui". Ingo Maurer è uno dei grandi protagonisti dell'edizione 2016 del FuoriSalone e di "Interni Open Borders". E' lui che, per l'occasione, ha illuminato di rosso la Torre Velasca.
Maurer ha scelto il colore del fuoco dando nuova luce a questo strano palazzo che molti milanesi amano e altrettanti, anzi forse di più, no. Maurer, in qualche modo, lo restituisce alla città. "E' una struttura che mi affascina fin dalla prima volta che l'ho vista. Mi ricorda gli aztechi. Una delle sfide che più mi appassionano è comunque proprio quella di lavorare su un qualcosa che al primo sguardo molto gente ritiene brutto. Sono convinto che chi in questi giorni rivolgerà lo sguardo verso la Torre Velasca non resterà indifferente. Di notte, nel buio di Milano, è super".
Il lavoro di Maurer e di Axel Schmid rientra a pieno titolo nella mostra-evento "Interni Open Borders". L'opera si chiama "Glow, Velasca, Glow!" ed è nata in collaborazione con Audi, che ha fatto della Torre Velasca la sede dei suoi "City Lab" tra progresso e futuro.