A confronto Paolo Quaini, Direttore Divisione Energy Services Edison, Fabio Moioli, Consulting and Services Head Microsoft, e Federico Parolotto di MIC Mobility in Chain
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Sempre più spesso si sente parlare di Smart City e in questa direzione sembrano andare le nostre città. Ma qual è la reale situazione in Italia? Quali sono i limiti e le resistenze che, seppur pronti da un punto di vista teorico-tecnologico, frenano ancora questo tipo di sviluppo? A queste domande hanno tentato di rispondere, nel corso degli Icon Design Talks, Paolo Quaini, Direttore Divisione Energy Services Edison, Fabio Moioli, Consulting and Services Head Microsoft, e Federico Parolotto di MIC Mobility in Chain.
"Ad oggi ci sono tantissime iniziative, soprattutto per quanto riguarda le megalopoli - ha spiegato Paolo Quaini, facendo un quadro dello sviluppo delle Smart City a livello mondiale e italiano -. Tutte le città dalle più grandi alle più piccole si stanno interrogando su cosa significhi Smart City e hanno realizzato progetti pilota. Edison sta cercando di mettere le proprie conoscenze tecniche a disposizione delle idee e delle intuizioni di architetti e urbanisti e ci stiamo dotando delle migliori soluzioni tecnologiche".
"Più tempo per l'arte e la creatività" - "La digital trasformation sta cambiando il nostro modo di vivere. Ci sono molte esperienze di rilievo, ma siamo all'inizio di un percorso e finalmente cominciamo ad averne anche in Italia - ha spiegato Fabio Moioli -. Talvolta si temono queste nuove tecnologie, ma in realtà rappresentano una grande opportunità perché permetteranno di automatizzare tutto quello che è ripetitivo, lasciando il tempo per la parte umana, creativa, artistica, che sono uno degli elementi di forza di noi italiani".
"Per una mobilità smart la parola d'ordine è ottimizzare" - "La mobilità è stata profondamente influenzata dall'arrivo delle tecnologie smart - ha spiegato Federico Parolotto -. La mobilità è caratterizzata dall'utilizzo di uno spazio incomprimibile. Non credo quindi che ci si debba aspettare delle modifiche radicali. Credo invece che si debba lavorare sull'ottimizzazione, sulla messa a sistema. Qualsiasi politica in questo contesto si vada a sviluppare deve essere nella direzione di una qualità dello spazio pubblico, che passa dalla ridistribuzione dello spazio, attraverso una mobilità sostenibile".