Fuorisalone, alla Statale gli "Human Spaces" di Interni
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Con l'inaugurazione della mostra-evento della rivista diretta da Gilda Bojardi si apre ufficialmente la Milano Design Week. Il ministro Bonisoli: "E' un immenso progetto fondamentale per il nostro Paese"
di Alessandro Bontempi© ufficio-stampa
Un'enorme scritta rossa, "Help", al centro del Cortile d'Onore dell'Università Statale di Milano. E' la ferita aperta nel Pianeta che è diventata il simbolo di "Human Spaces", la mostra-evento di Interni che come ogni anno ha aperto ufficialmente la Design Week. "E' una mostra che parla di ambiente, di salvaguardia del territorio e di sostenibilità nella sua accezione più ampia", ha spiegato il direttore di Interni, Gilda Bojardi. Presente all'inaugurazione anche il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli. "Eventi come questo - ha sottolineato - sono fondamentali per il nostro Paese. Dobbiamo dare sostegno ai nostri cavalli di razza, e il design è sicuramente uno di questi, affinché portino quell'energia in grado di far ripartire la nostra economia".
Nel cuore della Ca' Granda il grido lanciato da Maria Cristina Finucci con quasi due tonnellate di tappi di plastica, che sembrano uscire dalla Terra e che di sera si accendono di un rosso sanguinante, incrocia i due abeti rossi della "Foresta dei Violini" di Piuarch, sospesi tra il colonnato e un enorme cavalletto. Con un omaggio al Teatro Olimpico del Palladio, Massimo Iosa Ghini gioca con profondità e prospettive per ridisegnare spazio e tempo e scomporre la percezione dell'essere umano.
Nel Portico Richini, Oriente e Occidente si incontrano nel progetto del collettivo The Meet Lab. Da un ponte che unisce due culture nasce il ritratto di Taiwan visto attraverso gli occhi di quattro designer italiani. Tra i tanti nomi che prendono parte a "Human Spaces" anche Ico Migliore e Mara Servetto, i fratelli Campana, Marcio Kogan e Filippo Bricolo, Piero Lissoni, Dario Curatolo e Raffaello Galiotto. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 19 aprile.
Fabio Novembre porta nel loggiato che domina il Cortile d'Onore un letto lungo 21 metri. E' il racconto di una fiaba che ruota attorno alla condivisione degli spazi e della vita, un invito ad abbattere i muri che sempre più spesso creano divisione nella nostra società. In un perfetto incrocio di pannelli di legno, Andrew Waugh crea un padiglione modulare a impatto zero alto dieci metri e invita a una riflessione che il mondo dell'architettura si deve imporre per costruire in modo innovativo, conveniente e soprattutto sostenibile.
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