"L'Italia è un Paese invidioso e l'invidia porta alla paralisi e fa fuggire i talenti", dice il giornalista. Ma, conclude, "la storia siamo noi e la rifaremo nel modo migliore"
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Il corrispondente di Repubblica dagli Stati Uniti, Federico Rampini, chiude la 31esima edizione de Linkontro Nielsen. "Ho visto il futuro e c'è posto anche per noi", dice Rampini alla platea del Forte Village, sottolineando la fortuna di essere italiano: "Quando mi presento all'estero come italiano, godo di una rendita di posizione". "L'Italia è un Paese invidioso e l'invidia porta alla paralisi e fa fuggire i talenti", sottolinea, ma "la storia siamo noi e la rifaremo nel modo migliore".
"Grazie alla mia carriera da nomade globale ho avuto il privilegio di frequentare il futuro da vicino", sottolinea Rampini a Tgcom24. "Dobbiamo capire in che modo uscire da una crisi che in Italia è ancora relativamente recente, ma i segnali sono certamente positivi". Poi, sulla bellezza dell'Italia: "Ci sono questioni organizzative che impediscono al nostro Paese di sfruttare il suo meraviglioso potenziale. Nel confronto Italia, Francia, per esempio, la logistica è quella che ci uccide: ci vogliono aerei per portare i turisti, e alberghi per ospitarli. All'Italia mancano entrambi".