Intervista a Franco Bomprezzi

L'Aquila riparte da una "D"

Intervista a Franco Bomprezzi su un progetto innovativo che parte dai disabili, per la rinascita de L'Aquila

12 Mag 2014 - 10:40

Siamo già al quinto anniversario del tragico terremoto che colpì, e parzialmente distrusse, L'Aquila. Un evento che scosse non solo la capitale abruzzese ma che ebbe il suo impatto disastroso in tutta Italia.

Dopo cinque anni, L'Aquila si sta impegnando a ricostruire mattone su mattone il centro storico. Ma c'è chi ha deciso che si poteva provare a progettare qualcosa di nuovo, qualcosa che porti un messaggio di “rinascita” un po' originale e che abbia una “D” in più: la “D” di disabilità.

E' così che FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) ha deciso di dare un contributo alla qualità sociale dell'Aquila, comune in cui le attività economiche e la stessa “vivibilità” urbana sono state messe a dura prova dal terremoto.

Giovani disabili che gestiscono B&B per disabili e non: un'idea talmente semplice ed efficace che non si capisce come non ci abbia pensato qualcun'altro prima.

Il progetto di FISH, “B&B for All”, nasce sulla base di alcune considerazioni estremamente concrete. La prima riguarda i dati sull'occupazione delle persone con disabilità (solo il 16% lavora). La seconda, invece, concerne la scarsa presenza di B&B accessibili a persone con disabilità nei centri storici.

Un progetto di questo tipo permetterebbe di colmare questi deficit sociali. Da una parte, garantirebbe infatti un'occupazione alle persone con disabilità e dall'altra, fornirebbe strutture accoglienti e perfettamente accessibili che non si limitano alla rimozione di barriere strutturali e fisiche, ma che sono in grado di raggiungere standard elevati anche nelle componenti di attenzione e capacità rivolte a turisti con disabilità intellettiva, relazionale e sensoriale.

INTERVISTA A FRANCO BOMPREZZI (GIORNALISTA)

In Italia i dati sull'occupazione di persone con disabilità sono allarmanti, secondo lei perché?

Sono dati drammatici, la situazione è davvero preoccupante e le cose stanno di gran lunga peggiorando adesso che c'è la crisi.

La legge 68/99, che prevede un collocamento mirato valorizzando le capacità residue della persona con disabilità, è tutto sommato una buona legge anche se non vi è stata un'applicazione tempestiva. Quello che in realtà però blocca la sua efficacia è il classico pregiudizio diffuso che porta a pensare che una persona disabile non possa rendere sul lavoro quanto una persona non disabile. In realtà poi tutti questi luoghi comuni vengono puntualmente smentiti quando avvengono le assunzioni. Al di là del fatto che un lavoratore disabile può essere assolutamente in grado di dare un contributo uguale ad un lavoratore non disabile, vi è il valore aggiunto dell'integrazione. Lavorare insieme ha grosse influenze positive su tutti.

Quali sono i benefici che un simile progetto può portare alla comunità?

Una persona disabile che lavora viene tolta dal circuito assistenziale. Guadagna uno stipendio, paga le tasse e non deve percepire la pensione di invalidità. In questo modo da una parte si evitano i costi superflui dello stato e dall'altra si dà la possibilità a una persona disabile di costruirsi un'opportunità di lavoro produttiva.

Il B&B è l'ideale per perseguire questi scopi. Si tratta di strutture leggere che però sono realizzate attorno alle persone. Da una parte favoriscono il turismo e dall'altra le relazioni umane, un valore aggiunto per tutti, disabili e non. A mio parere il cambiamento culturale di cui abbiamo bisogno deve avvenire attraverso queste relazioni umane.

Qual è il senso di far partire questo progetto da L'Aquila?

Partire da L'Aquila è una conseguenza naturale del progetto. E' la volontà del mondo dei disabili di contribuire alla rinascita economica e culturale della città con progetti concreti e fattibili. I danni subiti a L'Aquila non riguardano solo la popolazione locale: tutta l'Italia è stata privata del proprio patrimonio culturale ed è necessario lo sforzo collettivo di tutta la comunità nazionale affinché piano piano si ricostruisca tutto. Occorrerà molto coraggio e buona volontà, ma soprattutto occorreranno iniziative concrete come questo progetto.

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