Un nuovo modo di rendicontare un progetto sociale
E QUINDI...?
Noi di INTERSOS abbiamo iniziato a lavorare in Pakistan nel 2001,assistedo milioni di rifugiati afgani scappati dalla guerra al di là del Khyber Pass. Abbiamo portato aiuto e soccorso in occasione del terremoto del 2005 che aveva devastato le province del nord del paese. Ancora nel 2008, allo scoppio del conflitto interno, arrivammo in aiuto degli sfollati nel Nord Ovest del paese. Abbiamo portato aiuti di emergenza alle persone in fuga ma anche supportato la ricostruzione e la ripresa della vita nelle zone colpite dalle emergenze.
Quando siamo arrivati a Nowshera nel 2010, a seguito delle alluvioni che avevano devastato in modo apocalittico grandissima parte del paese, stavamo portando aiuti a persone in disperato bisogno di sopravvivere, dopo aver perso tutto nel disastro. In quel momento ci siamo imbattuti nel centro di Nowshera, un centro per bambini disabili e bambine orfane, unico nel suo genere nella Provincia del Khyber Pakhtunkwa, facente parte di un progetto provinciale innovativo, un tentativo davvero importante da parte delle autorità locali, che provavano a dare una mano a bambini meno fortunati.
Questo centro, cresciuto e portato avanti con mille fatiche e con le problematiche relative a questa difficile zona del Pakistan, durante l'alluvione era stato devastato dal fiume di fango che aveva attraversato la città: ripulirlo e riaprirlo era stata la priorità ma c'era bisogno di un ulteriore sforzo per aiutare i centri a ripartire, per non lasciare soli questi ragazzi.
Sapevamo che il centro era una realtà complicata, che aiutava i bambini più svantaggiati, bisognoso non solo di aiuto materiale, ma anche di supporto nel facilitare il grande tentativo di cambiamento sociale che il centro rappresenta in questa zona. Abbiamo voluto aiutarlo e lo abbiamo potuto fare grazie ai fondi raccolti da Mediafriends con “Il Girotondo del Sorriso”, il libro pubblicato da Mondadori nel Natale 2010.
Noi di INTERSOS sapevamo che era un progetto complesso e che non sarebbe bastato un aiuto, sebbene cosi importante, di durata limitata. La visita dei nostri amici motociclisti è stata importante. Ci ha aiutato, nell'ambito di un rapporto molto diretto che ci lega a Mediafriends, a capire come stava andando il progetto dopo anni dall'intervento, quando, esauriti i programmi di emergenza post alluvione, INTERSOS si era già ritirata dal paese.
Una donazione per un progetto crea un legame importante con lo stesso, lega il donatore al destino delle persone aiutate. Spesso è difficile in emergenza poter tracciare a distanza di tempo le persone a cui abbiamo salvato la vita: in quell'emergenza-alluvione, quei bambini rappresentavano, e rappresentano, anche il simbolo della rinascita e della speranza visibile per una vita più felice. Aver saputo che il centro era ancora in difficoltà, che gli aiuti che avevamo portato erano serviti a ripartire ma che la situazione era ancora difficile, ci ha spinti di nuovo a supportare la struttura.
Grazie a Mediafriends, grazie ad Anna e Fabio, questa voglia di contribuire ancora qualcosa ci ha portato ad agire subito e ritornare a Nowshera per continuare un lavoro di aiuto che ancora è fondamentale per quei bambini. Grazie ai nostri amici di ISCOS (www.iscos.eu), ONG italiana che ancora lavora in Pakistan e proprio a Nowshera, siamo riusciti a fare ripartire l'aiuto per il centro. Abbiamo portato pannelli ad energia solare per non lasciarli mai più senza corrente, condizionatori per l'aria ma soprattutto siamo ripartiti coi programmi di supporto fisioterapico e di addestramento del personale con fisioterapisti qualificati.
Insomma, un vero rapporto di donazione e di aiuto è fatto anche di verifica e monitoraggio dell'impatto del proprio lavoro. Grazie ad Anna e Fabio ora siamo ritornati a supportare un centro che ha decisamente ancora bisogno di aiuto.
Alda Cappelletti
Direttore Programmi Asia Medio Oriente INTERSOS