Assistenza sanitaria e istruzione: è così che l'organizzazione umanitaria aiuta la popolazione massacrata dalla guerra
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In seguito ai drammatici eventi che hanno colpito la Repubblica Centrafricana nel Dicembre 2013, facendo precipitare nel caos il già tormentato paese, INTERSOS decide di intervenire a sostegno della popolazione sfollata in fuga dalle violenze a Bangui, la capitale dello Stato africano.
Dell'oltre mezzo milione di sfollati che oggi ci sono nel paese, un quarto sono nella capitale Bangui. A questi sfollati, in gran parte donne e bambini, INTERSOS presta assistenza sanitaria attraverso due cliniche mobili provviste di medicinali di base, in gran parte donati dal Ministero degli Affari Esteri italiano. I medici, i paramedici e le infermiere di INTERSOS fanno un lavoro quotidiano andando a visitare e somministrando le prime cure di emergenza a famiglie che non hanno la possibilità di uscire dalle loro enclave a causa de clima di tensione e di intimidazione che persiste ancora oggi.
Ma la situazione fuori Bangui è anche peggiore. Lì dove le forze dell'Unione Africana e dell'Armée Francaise non riescono ad avere il controllo sui belligeranti, e dove gli eserciti irregolari si contendono il territorio continuando a seminare il terrore tra la popolazione civile, INTERSOS interviene con programmi di assistenza ad hoc. Nella difficile cittadina di Boda, dove la popolazione musulmana rimane asserragliata nel proprio quartiere, INTERSOS sta facilitando il proseguimento delle attività scolastiche in sei località (tre cristiane e tre musulmane), costruendo scuole d'emergenza, pagando incentivi agli insegnanti e fornendo materiale didattico di base. Questo consentirà ai bambini centrafricani delle scuole primarie, seppur divisi e in condizioni di forte disagio, di non perdere l'anno scolastico a causa della guerra che già ha inflitto loro troppe sofferenze.
Nella località di Moyenne Sido, al confine con il Chad, INTERSOS in partenariato con IOM (Organizzazione Mondiale per le Migrazioni), PAM (Programma Alimentare Mondiale) e FAO (Organizzazione delle NU per l'Agricolutra) sta provvedendo alla distribuzione di razioni alimentari di emergenza nonché di semi per la prossima semina (da fare entro fine mese) alle famiglie di sfollati che hanno espresso la volontà di stabilizzarsi in quel terreno e di dedicarsi alle coltivazioni.
Infine, nella contesa regione dell'Ouham Pendé, a partire dal capoluogo Bozoum, il personale di INTERSOS si sta preparando per un intervento di cliniche mobili lungo le strade che collegano il capoluogo con innumerevoli villaggi devastati dalla guerra, in alcuni casi semi-abbandonati, in altri raggiunti da popolazione in fuga senza né mezzi né protezione. Il 40% dei beneficiari saranno minori dai 0 ai 12 anni in molti casi già associati alle bande armate e coinvolti in crimini efferati, con loro si stabilirà un programma di reinserimento nella loro comunità e nella scuola.
Le grandi emergenze mondiali in cui la comunità umanitaria è attualmente impegnata, pensiamo alla Siria, al tifone nelle Filippine, all'Ucraina e alle tante altre guerre nel continente africano, non lasciano ai donatori risorse necessarie a coprire gli immensi bisogni che ci sono nella Repubblica Centrafricana, dove l'assistenza primaria alla popolazione vittima di violenze rischia di essere insufficiente e tardiva.
Per questo INTERSOS, che ha iniziato gli interventi di emergenza con il sostegno del MAE e con il contributo di risorse proprie, dopo i primi finanziamenti delle Nazioni Unite tramite l'Ufficio di Coordinamento per gli Aiuti Umanitari (OCHA) è alla ricerca di ulteriore sostegno per dare continuità al proprio agire e speranza ai propri beneficiari.
Per sapere come aiutare INTERSOS visita il sito intersos.org