Vinum bonum et suave, bonum bonis pravis prave...
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Alzi la mano chi conosce davvero la storia di Gibellina. E' una vicenda di dolore, legata a un terremoto devastante, e di gente che per ricostruire ha saputo gettarsi alle spalle i legami con il passato, e affrontare un nuovo viaggio portando con sé solo una valigia piena di tradizioni e di buone pratiche.
Pratiche contadine e artigianali, eredi della grande tradizione di un luogo che, nei secoli, è stato punto di incontro tra artisti, intellettuali e borghesi illuminati.
In quel territorio sorgono le Tenute Orestiadi, nate su impulso della omonima fondazione, che cerca di valorizzare e di affinare la cultura vitivinicola che da sempre ha caratterizzato l'identità della Sicilia.
Poiché, come insegnavano i greci, il vino non è solo bevanda bensì farmaco per gli uomini, era inevitabile l'incontro tra Alessandro Parisi e l'omonimo Costantini, rispettivamente responsabile marketing delle Tenute Orestiadi e ideatore di Milano Wine Garden. Vino e cultura quindi o, se preferite, cultura enologica a cui mancava ancora un terreno su cui esprimersi al meglio.
Di qui l'idea di invitare artisti di tutto il mondo a realizzare opere sui tondi che saranno poi applicati alle barriques e di realizzare così il “Barriques Museum”. Le opere d'arte, così esposte, saranno viste e godibili da tutti coloro che, quotidianamente, visitano le cantine della tenuta: un primo esempio di museo all'interno di una cantina o, se preferite, lo strano caso di una cantina d'arte contemporanea.
Un'idea semplice e chiara, che ha riscosso l'entusiasmo dei docenti e degli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Brera, coordinati dal professore Stefano Pizzi . A loro il compito di realizzare i primi tondi e partecipare a un'iniziativa unica nel suo genere.
Al progetto, che è stato presentato Venerdì 29 maggio presso l'Oratorio della Passione della Basilica di Sant'Ambrogio, vanno i nostri migliori auguri.