Gianna Nannini: "Le mie radici sono in queste canzoni"
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Ospite di Radio Italia, l'artista toscana presenta il nuovo disco di cover Hitalia : "con questo album ho cercato di recuperare il patrimonio italiano"
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"Da tempo volevo realizzare un disco come questo e tornare a fare l'interprete”. Ha esordito così Gianna Nannini in diretta a Radio Italia per presentare le cover di "Hitalia”: "Tutte le mie radici sono in queste canzoni: il bello è cambiarle nel tempo e renderle immortali. Ultimamente abbiamo perso il patrimonio italiano: con questo album ho cercato di recuperarlo”. Intervistata da Paola "Funky” Gallo, Gianna Nannini ha spiegato come ha scelto i pezzi da rivisitare: "Ho messo insieme questi brani di altri pescando tra i ricordi e nella mia memoria e dando priorità all'attualità del testo e a quanto fossero adattabili in chiave rock, perché alcuni non si prestavano. Finora avevo cantato solo tre cover: 'Lontano lontano', 'Amandoti' e 'Nel blu dipinto di blu'”, quest'ultima presente anche in Hitalia".
Durante la chiacchierata è stato trasmesso il video del singolo "Lontano dagli occhi”, cover del brano di Sergio Endrigo: "Non mi hanno dato la Scala di Milano, come al solito”, ha scherzato Gianna, "quindi ho scelto la Scala dei Turchi in provincia di Agrigento perché la Sicilia è uno dei pochi paesi al mondo dove si conservano ancora antiche usanze, essenze e abitudini ed è un luogo che è stato attraversato da tanti popoli diversi. Tutto il nostro sud è una risorsa da cui attingo spesso”. Poi è il turno de "Il cielo in una stanza”, reinterpretata in duetto con Gino Paoli: "Lui è molto più rock di altri, ha una voce profonda e con molti armonici”. Gianna ha anche svelato che "Dio è morto” è una delle sue tracce preferite: "Mi piace per come è stata realizzata, per la mia interpretazione, perché è attuale e mi trascina con il rock che ha dentro; Guccini è molto rock e siamo nati lo stesso giorno di giugno, il 14”.
In scaletta non poteva mancare il duetto con Vasco Rossi in "C'è chi dice no”: "Come canta lui a me non riesce, quindi gli ho telefonato. Abbiamo cominciato insieme da Bologna, a lui era piaciuta 'America', da allora c'era un filo che ci teneva insieme anche se poi ci siamo un po' persi. Questa è stata l'occasione per richiamarlo: volevo che facesse un suo intervento anche se non lo concede quasi mai e questa volta l'ha fatto; è venuto fuori una sorta di inno all'Italia. Noi due siamo nati proprio nel periodo del cantautorato, quando il rock era un po' proibito".
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Poi l'artista toscana ha ripercorso l'incontro, avuto da giovane aspirante cantante, con Don Backy, del quale nel disco ha ricantato "L'immensità”: "A quell'epoca frequentavo qualche artista, desiderando di diventarlo a mia volta: mi vestivo tutta di pelle o bevevo un po' di vino per farmi coraggio; andai da Don Backy che si esibiva vicino Siena, ho fatto provini anche a Milano e sono andata pure a Roma ma lì si perdeva troppo tempo...”. Finché il talento di Gianna non si è rivelato con tutta la sua forza: "La casa discografica di Lucio Battisti, la Numero 1: è lì che Mara Maionchi mi ha scoperto e poi mi ha prodotto insieme a Claudio Fabi, che allora produceva la PFM”.
In diretta arriva anche il saluto di Biagio Antonacci via Twitter, "W Gianna”, e l'intervista si chiude con le ultime battute, a partire dal prossimo tour: "C'è un progetto live: questa è una piccola opera sulla canzone italiana del '900 e quindi si presta a fare un vero e proprio concerto-spettacolo. Intanto domani ho la convention del mio fan-club”; "Per me il rock è musica popolare, non è una spilletta da esibire; bisogna partire dalle radici e dal passato della musica per poi rivolgersi al futuro e al resto del mondo”; per l'occasione, Radio Italia si è trasformata in Radio Hitalia e la rocker ha commentato così: "Questa radio di 'sola musica italiana' ha aiutato molto a ripopolare la nostra musica, ora bisogna andare avanti e tutelare il nostro repertorio, come avviene in Francia".
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