POP-UP

Luca Carboni:"Ho una festa dentro al cuore"

Ospite di Paola Gallo nell'Auditorium di Radio Italia, ha presentato il nuovo album "Pop-up", uscito lo scorso 2 Ottobre.

22 Ott 2015 - 14:22

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Pop-Up è uscito lo scorso 2 Ottobre e il singolo "Luca lo stesso" è ancora il più trasmesso dalle radio italiane. Luca Carboni racconta a Radio Italia il suo attesissimo ritorno.

Siamo molto felici di averti qui a Radio Italia per parlare con te del disco.“Ho una festa dentro al cuore perché fare questo disco mi ha dato gioia e sono pronto a condividerla con voi, anche dal vivo, spero al più presto. Arriverà molto presto anche la versione in vinile: la Sony mi sta confermando che è quasi pronta. Ormai io sono abituato a lavorare con il suono digitale, quindi il vinile sarà una sorpresa anche per me. Lo studio del produttore Michele Canova è a Los Angeles, quindi tanti passaggi della lavorazione li abbiamo fatti via mail con file mp3. I produttori sono figure importanti che spesso rimangono sconosciute al pubblico: sono come i registi dei film e devono essere persone versatili, in grado di passare dai suoni di Tiziano Ferro a quelli di Jovanotti fino ai miei, come nel caso di Michele”

Nel frattempo il singolo “Luca lo stesso” è ancora il più trasmesso in Italia.
“È vero, Michele Canova però è quello che sta godendo di più perché gli va sempre bene, è sempre primo. Questo pezzo è una grande sorpresa e ringrazio tutti. I bambini mi fermano e me lo cantano, le persone anziane e i passeggeri dagli autobus mi chiamano Luca lo stesso. Non sai mai bene cosa succederà finché il pezzo non incontrerà davvero la gente. 'Luca lo stesso’ è una canzone che ha più chiavi di lettura anche nel testo: parte facendo domande su aspetti contraddittori dell’amore, riferite per esempio a chi ama la propria terra ma odia i vicini oppure semplicemente a due ragazzi che si amano; dovremmo essere sempre un po’ così stupidi e devo dire che a me viene facile. In 'Happy' canto che forse non sono mai cresciuto perché alcune pecche ce l'ho da qualche parte. Che tipo di padre sono? Bisognerebbe chiederlo a mio figlio: è un discorso complesso, si eredita l'esperienza dei genitori, cercando di essere all'avanguardia su altre cose. Per adesso lui non vuole fare il musicista ma, da quel punto di vista, anch'io devo ancora decidere cosa fare da grande".

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E' importante poter e saper cantare "l'amore", in fondo "Pop-up" è un disco che canta questo.
“Quando ho cominciato a scrivere il disco, non pensavo di avere un tema, una direzione, un concept, poi ho notato che l’amore e l’odio ricorrono spesso: non me n’ero accorto perché sono un po’ rincoglionito, me l’avete fatto notare voi giornalisti. Mi sono reso conto di avere delle ossessioni dentro, che scaturiscono anche dal mondo circostante. In generale mi piaceva dare valore alle canzoni d’amore, intese come canzoni che hanno una funzione nella società e nelle persone. Non mi pongo mai come maestro, scrivo molto ragionando su me stesso, anche perché questa battaglia contro l’odio bisogna farla partendo da noi stessi”.

Nel disco c’è una traccia che si intitola “Milano”
“Negli anni '80 Milano era un punto di riferimento per quelli che volevano fare mestieri creativi: grafici, fotografi, musicisti, designer, stilisti. La canzone 'Milano’ va oltre la città, oltre gli aspetti più esteriori, alla ricerca di una meta ideale dove si possa realizzare se stessi. La mia storia poi in realtà è passata per la Capitale, perché la mia casa discografica allora era la RCA, l’unica a Roma".

E poi c'è anche “Bologna è una regola”

“Bologna è tante cose: ho scritto il testo insieme ad Alessandro Raina, che è un cantautore e un componente degli Amor Fou, una band indie che si è sciolta ma che forse sta per ripartire. Il mondo underground è interessante perché li si fanno esperimenti che poi vanno a finire nel pop. Ci sono tanti innovatori che sono rimasti sconosciuti e che poi i big artist hanno in qualche modo usato per distinguersi. Bologna è una regola potrebbe essere il prossimo singolo, era già in ballottaggio con Luca lo stesso e un altro brano come primo singolo”.

Il lavoro si chiude con “Invincibili”
“È una canzone autonoma: è nata come ultima traccia dell’album, con il bagaglio di riflessioni delle precedenti, ma non ha legami con brani del passato. Pop-Up però è una sorta di seguito ideale del disco 'Forever’ del 1985”.

La versione di “C’è sempre una canzone” di Ligabue?
“Mi piace più la mia, perché Luciano l’aveva pensata così: nella sua versione c’è molto della mia, lui si è trovato poi a fare un arrangiamento meno ragionato e meno ispirato, più frutto di una session con la band. Credo che anche per Luciano la canzone originale sia più vicina alla mia versione e lo ringrazio perché me l’ha lasciata”.

In “Fisico e Politico” del 2013 hai duettato con Tiziano Ferro in “Persone silenziose”
“Cantare con Tiziano è stato bellissimo ma pochi sanno che la nostra prima collaborazione risale al 2006 per 'Pensieri al tramonto’ nell’album '…Le bande si sciolgono': la sentivo molto adatta per un duetto con lui, non lo conoscevo personalmente e quando l'ha contattato abbiamo subito provato simpatia e affetto. Lui è bravissimo a scrivere e produrre: sarebbe bello fare qualcosa insieme che andasse anche oltre il cantare insieme”.

Cosa hanno rappresentato figure come Gaetano Curreri e Lucio Dalla nella tua carriera?
Gaetano è stato molto importante insieme agli Stadio e a Lucio. C'era già un legame d'amicizia, poi gli Stadio mi scelsero per scrivere i testi delle loro canzoni, quando io non sapevo ancora che avrei fatto il cantautore ma ero nella band Teobaldi Rock. È nata una grande collaborazione e, dopo che il mio gruppo si è sciolto, Gaetano è entrato nella produzione del mio primo disco, io però non volevo il coinvolgimento di Dalla perché temevo che il mio album suonasse come uno dei suoi: lui però suonò il sax in alcuni pezzi e inventò lo pseudonimo Domenico Sputo in modo che il suo nome non oscurasse il mio. Lo ringrazio sempre anche per questo”.

Che rapporto hai con i Social Network?
“Li gestisco personalmente ma ci ho messo un po' a capirli, perché bisogna usare un linguaggio ad hoc, volendo anche molto personale, ma bisogna essere se stessi. Da un lato i social creano fobie e ossessioni nelle persone ma dall'altro fanno anche girare molte informazioni, sta a noi utilizzarli al meglio”.

L'intervista si chiude con un accenno sul prossimo tour: "Sto ragionando per fare una cosa bella, spostiamo tutto alla primavera 2016".

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