Nel giorno d'uscita del suo nuovo album “Il mestiere della vita”, Tiziano Ferro è stato ospite di Radio Italia per un'intervista in diretta con Paola “Funky” Gallo.
Dai numeri del disco, subito al top su iTunes, alla collaborazione con Carmen Consoli in “Il conforto”, dalla gelosia per Latina al tour insieme a Radio Italia, mentre l'hashtag #TizianoRadioItalia entra in tendenza su Twitter.
Dopo aver chiesto a te tutte le allegorie della copertina, ho domandato il significato anche a chi l'ha realizzata e mi hanno detto che l'elefante rappresenta il sogno... “Sì, io non ci avevo fatto caso. Ma che ne so, è un elefante, come cantava Michele Zarrillo, 'L'elefante e la farfalla'”.
Possiamo dire che, nel giorno d'uscita, “Il mestiere della vita” è entrato subito al primo posto su iTunes e che “Potremmo ritornare” è la canzone italiana più trasmessa dalle radio nell'ultima settimana? “È giusto così. Non sono opinioni, sono dei numeri, dei dati e noi li accettiamo”.
“La mia vita in bilico, un libro epico fine primo capitolo”. È una frase di “Epic”, la canzone che apre il disco... “L'ho ascoltata un milione e mezzo di volte immaginando cosa avrebbe suscitato. È una dichiarazione secca, chiara. Capisci quando una fase è finita; non è stata improvvisa, ma un'evoluzione delle cose. Alla fine del percorso della raccolta mi ero accordo che erano cambiati pesi e misure rispetto agli inizi. Questo disco somiglia sempre a me ma in un altra chiave”.
Ed è talmente vero da essere quasi spietato a tratti ma i numeri che abbiamo appena detto dimostrano che l'onestà paga. “Bisogna dire la verità e sempre e soltanto a una persona sola. Già due sono troppe, ti confondi, devi cambiare il linguaggio. Ogni volta che provo a non farlo o a imbellire il linguaggio, a farlo diventare più complesso, fallisco perché poi torno a casa, ascolto il demo e dico: 'Ehm ok”, poi passata la pigrizia ci rimetto mano”.
Ieri in conferenza stampa ti sei detto stupito di come veniva interpretata “Potremmo ritornare”... “Non è che non sia stata capita ma forse tutti hanno voluto leggerci l'interpretazione più ovvia. Per me era abbastanza chiara ed era l'erede diretta di 'Alla mia età' invece tutti hanno pensato a me che aspetto che torni quell'idiota. Uno: non se ne è andato nessuno; due: se qualcuno se ne è andato, che restasse dov'è; tre: nella remota eventualità che si tornasse indietro con una retromarcia di quelle vergognosissime lo terrei per me e non ci farei una canzone”.
Quindi sono l'unica a non aver pensato che l'avessi scritta per qualcuno ma per te stesso? “L'ho scritta pensando a una persona, ricalcando un'esperienza personale ma non d'amore, o non solo. In realtà le andate e i ritorni possono essere tante cose, avere un senso universale. Mi sono però reso conto che le persone hanno bisgogno di certezze e sicurezze, spesso le mie canzoni si fanno carico dei bisogni degli altri. Oggi ad esempio mi hanno chiesto se era dedicata a Fiorella Mannoia ma non so perché, lei non se ne è mai andata”.
Noi adesso ascoltiamo “Il mestiere della vita”, però prima volevo leggere questi versi: “E poi tenta l’incompiuto, lo straordinario, amore vivi in eccesso, cominciando adesso, goditi il trionfo, crea il tuo miracolo, cerca il vero amore, dietro ad ogni ostacolo”. È una frase di chi l'ha sudata quella cosa lì... “È una canzone scritta insieme ad altri ma quel pezzo di testo è mio, l'ho fatto in un momento in cui ero da solo. Spesso mi sento un esploratore di quel mondo interno dove non abbiamo voglia di andare”.
Ho un'altra domanda difficile. Questo disco è morte e rinascita... “Me lo auguro. Io vengo qua quando pubblico un disco o devo iniziare un tour. Quando pubblico un disco sembra che io debba fare un'analisi di coscienza e condividerla. All'inizio mi affaticava questa idea, ora mi rilassa. Tu mi liberi anche di un peso, sono cose che forse non affronterei con me stesso, per pigrizia o per paura. Grazie perché mi costringi anche ad andare un po' più a fondo”.
Mi colpisce sempre pensare a come ci si possa sentire soli anche se si ha una dimostrazione di affetto quotidiana. Sei un artista che muove milioni di persone... “Forse è uno degli argomenti più ricorrenti, anche nelle lettere che mi arrivano. Nell'era moderna, la solitudine è quella in mezzo alla gente, non è più quella fisica. Ormai la moltitudine ci invade. Il vero dramma della solitudine sta nel non essere in grado di connettersi veramente. 'Stop! Dimentica' parla anche di questo. La leggo così adesso, se la scrivessi adesso sarebbe uno stop di contatto con le persone, quando l'ho scritta era lo stop di una relazione. Ogni tanto ho bisogno di prendermi una pausa”.
Vorrei fare un saluto globale a chi dal Canada, dal Sud America, da New York ci sta seguendo. Tu hai vissuto in Inghilterra, hai casa a Los Angeles... “Poi mi hanno 'brexato'. Ho preso caso a Los Angeles e ora ha vinto Trump. Non credo proprio di rientrare tra i suoi preferiti per una serie di motivi”.
Mi ha colpito che nonostante tu sia cosmopolita, nel disco c'è la dedica a Latina. “Sono molto geloso, spero non escano più cantanti da Latina perché voglio essere l'unico. Però potete fare i registi, i pittori, gli scultori. Sono molto geloso in generale, anche delle amicizie. Sono convinto che l'amicizia sia un sentimento molto totalitario, di parte: anche se un amico sbaglia, prendi le sue difese. É ovvio che vedo limiti e difetti di Latina, ma io posso, gli altri no”.
Latina-Catania, Carmen Consoli e Tiziano Ferro. Due artisti che amo moltissimo, lei è ancora più schiva di te. È riuscita a fare un figlio senza che nessuno se ne accorgesse... “Il figlio è mio, finalmente lo posso dire. Carlo è sputato a me”.
Avete dato vita a una canzone, “Il conforto”, che nei prossimi mesi, quando la ascolterò e la annuncerò, mi impedirà di fare altro. Ora faccio uno scoop che riprenderanno tutti, anche il “Times” e tu fingerai di non averlo detto prima al pubblico mentre ascoltavamo il brano: sento che il prossimo singolo da “Il mestiere della vita” dopo “Potremmo ritornare” sarà “Il conforto”. “Confermo questo scoop. Abbiamo già iniziato a girare il video con Carmen Consoli. Ho avuto una bella idea: sarà girato in tre posti diversi, in uno ci sarò solo io, in un altro ci sarà lei, e in un altro ancora saremo insieme. Parla anche di città che dormono, che ti svegliano, deserti invece ne abbiamo già visti tanti. Io e Carmen siamo molto più simili di quanto si possa pensare”.
Radio Italia è radio ufficiale del tour di Tiziano Ferro che giusto ieri ha annunciato il raddoppio della data romana. Quindi si parte l'11 giugno da Lignano e poi 16 e 17 Milano Stadio San Siro. È bello anche vedere due live, uno dopo l'altro, perché tu poi cambi un po' le carte in tavola. Poi sarai il 21 a Torino, il 24 a Bologna, il 28 e il 30 a Roma, il 5 luglio a Bari, l'8 a Messina, il 12 a Salerno. Hai appena fatto gli stadi, la gente ha proprio voglia di vederti... “Anche io ho tanta voglia. Mentre leggevi le date mi invadeva soltanto un pensiero: “Mi sa che ci divertiamo proprio un casino”. Non sapevo come si facessero gli stadio ed è proprio bello, è come per chi ama le macchine guidare la Ferrari. È stato meraviglioso, non tolgo niente ai palazzzetti ma gli stadi sono proprio una figata”.
Ombre cinesi e spogliarello ancora? Noi avevamo molto apprezzato... “No. Più vado avanti e meno mi spoglio. Faccio molta fatica”.
Ti spogli in un altro modo. Ho avanzato 40 domande. Quanto te le faccio? “Quando vuoi. In verità dovrebbero clonarti”.
Alla fine dell'intervista, preso dalla commozione, Tiziano si è avvicinato all'orecchio di Paola e le ha sussurrato una dedica per Franco Nisi, da lei riportata: “Franco, ciao, in cielo”.