Nelle ultime interviste aveva manifestato un grande entusiasmo per i prossimi impegni da affrontare.
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di Marco Calindri marcocalindri@libero.it
Ennio Fantastichini è morto in un ospedale di Napoli dove era ricoverato in terapia intensiva; non ha superato una sopraggiunta emorragia celebrale.
Aveva 63 anni. Un grave lutto per la perdita di un attore in grado di affrontare, con grande efficacia, qualsiasi ruolo, leggero o drammatico e capace di esprimersi ad alto livello sia nel cinema, dove ha vinto un David di Donatello, che in teatro, dove ha interpretato personaggi di grande spessore, così come in molte fiction televisive.
Giovanissimo, è in teatro che ha vissuto le prime esperienze artistiche, decidendo poi di frequentare l’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico.
Successivamente il cinema, dove è stato diretto da registi come Gianni Amelio, Paolo Virzì, Ferzan Ozpetek, Marco Risi e tanti altri.
Attore capace di esprimere particolari intensità espressive, probabilmente è più in teatro, dove è possibile recitare a stretto contatto con il pubblico, che ha trovato la giusta atmosfera per sostenere anche i testi più impegnativi.
Per un uomo di spettacolo, l’età di 63 anni rappresenta il pieno della maturità artistica e fa rabbia pensare che a un attore della qualità di Fantastichini, come purtroppo avvenuto in altri casi, non sia stata data la possibilità di offrirci altre e sempre più convincenti interpretazioni.