A Parigi una grande festa per il “finale” di Jean Paul Gaultier.

Jo Squillo: Gaultier Paris, la collezione Haute Couture per l'estate 2020.

Al Theatre du Chatelet di Parigi, il genio della moda Jean Paul Gaultier suggella la settimana della moda con una sfilata di addio, uno show evento dai risvolti eccentrici e stravaganti per ripercorrere e celebrare insieme i look che lo hanno consacrato come uno dei più grandi stilisti dell' Alta Moda.

07 Feb 2020 - 15:00

L'uscita di scena è in perfetto stile JPG: Boy George apre la sfilata-funebre sulle note di "Back to black" e dopo di lui Dita Von Teese, con un corsetto di cinture rose gold, le sorelle Hadid in tenuta marinaresca, Laetitia Casta con un completo denim, Amanda Laer con un mini-dress rosso di pailettes cangianti, e ancora Farida Khelfa, Paris, figlia di Michael Jackson, Carla Bruni e molti altri, tutti a rendere omaggio al genio del fashion.

Ad applaudirlo anche Kenzo Takada, Lacroix, Louboutin, Nicolas Ghesquière, ma soprattutto Pierre Cardin, che nel 1970 lo assunse come assistente; con la sua prima collezione, Gaultier si guadagnò il soprannome di enfant terrible, grazie ai capi dalla silhouette irriverente e anticonvenzionale, esattamente come le sue modelle, orgogliose dei loro “difetti” e ben lontane dalle mannequin convenzionali: attempate, sovrappeso, con piercing e tatuaggi. I suoi abiti leggendari hanno fatto la storia della moda, dai corsetti con le coppe a cono di Madonna, terribilmente sexy e sfacciati, ai look dal gusto marinaresco, le t-shirt a righe ed i berretti candidi che influenzano persino il packaging delle sue fragranze, Classique per le donne e Le Male per gli uomini.
Nel 1984 debutta con la prima collezione maschile e si fa precursore della moda cross gender, con il kilt maschile e il concetto estremamente rivoluzionario dell'uomo-oggetto, che corona un anno dopo con la collezione unisex "Un guardaroba per due".
La creatività dell'enfant terrible raggiunge livelli di versalità ed eccentricità estremi: dal profondo realismo dello stile streetwear, con le maglie tattoo “Safe Sex” contro l'AIDS, il denim e i look da pin up, al perfetto surrealismo del vestito farfalla, il cage dress e l'abito ventaglio. Un linguaggio irriverente, sfacciato, fuori dagli schemi che ha garantito l'accesso di Jean Paul Gaultier nell'Olimpo dell'Alta Moda.

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