Una grande stazione e una donna elegante che cammina, accompagnata da un porter con le sue valigie.
La sfilata presentata a New York è un viaggio fantastico che si apre con questa immagine e attraversa un’epoca ricca di visioni e ricordi, fondendosi con vari stili e modi di vestire, e che, ancora una volta, parla al presente.
Alla città che rappresenta il sogno collettivo, il set di migliaia di racconti cinematografici, meta e luogo di incontri che cambiano la vita, Giorgio Armani rende omaggio con una collezione profondamente Armani.
A partire dalla silhouette lunga e morbida che richiama il fascino degli anni ’30 in cui si amalgamano suggestioni di Oriente, venti desertici, soffi di noir, in un’idea di eleganza pura, senza sforzo. Sono liquidi i tailleur pantalone di seta, i trench di pelle, le giacche dall’allure sciolta.
Per l’after dark, è l’incanto del satin a dare forma agli abiti morbidi che fluiscono e scintillano sul corpo completati da piccoli boleri, e ai tailleur come pigiami da boudoir. Le superfici catturano echi di un altrove negli jacquard e nei ricami, mentre i colori muovono dai grigi cittadini a note cosmetiche di beige, bronzo,
fard, azzurro polvere.
Un cappello maschile, calcato a ombreggiare lo sguardo, il foulard legato in testa, i sandali con la gonna vaporosa sono i gesti che caratterizzano ogni volta una storia diversa che invita la fantasia a mettersi in viaggio.
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