© Ufficio stampa
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Cosa è romantico e cosa è il romanticismo al giorno d'oggi? Sono queste le domande da cui prende vita la collezione per l'Autunno/Inverno 2021/22 di Marni.
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Ecco allora che in passerella sfila una ricerca di romanticismo espressa nel colore e nella forma, entrambi intensamente tattili, allo stesso tempo foschi e luminosi. Il nero è il colore del romanticismo tempestoso, dopotutto. Eppure è un'illusione ottica, la somma di tutti i colori esistenti e questo è ciò che si rivela progressivamente, attraverso dissolvenze, solarizzazioni, stampe e trattamenti che fanno emergere tinte vivaci come aloni in espansione, sotto forma di oggetti - chiavi, forbici - poggiati sui vestiti mentre i raggi del sole li colpivano, trasformandoli in ricordi. Anche rose e girasoli hanno lasciato un segno. Natura: tutto torna alla Madre Terra. Natura come purezza dei sensi, incorrotta.
Per quanto riguarda invece le silhouette, nascono dalla contrapposizione degli elementi imperituri della sartoria: volume, pinces, costruzione e decostruzione, cerniere, balze. Strette in vita, le camicie diventano corsetti e i trench assumono la rotondità di una gonna a torta. Le felpe si gonfiano come mantelli da opera; i biker, tagliati, si trasformano in coperte, i piumini in stole. Le cerniere sono ricoperte di balze e formano jabot punk. Balze, rouche e ancora balze: rouche sfacciate che trasformano tutto in corsetti. E ancora: giacche trapuntate e ubriache, finte pellicce allegre, pantaloni ipnotici tinti a mano con numerosi bagni, languidi maglioni all'uncinetto, un cappotto da ufficiale di nylon e taffetas. Fuori dal nero, sprazzi di colore come in "Zabriskie Point". Qua e là, tocchi di embellishment di recupero e gioielli object trouvé, sviluppati in collaborazione con Tom Binns.
Una emotività da sturm und drang pervade questo racconto, proiettando la densità dei sentimenti sugli strati esterni degli abiti.