di Riccardo Perrone
Il 14% dei fumatori accende la prima “bionda” quando non ha ancora compiuto 15 anni, mentre un altro 46,2% comincia a fumare tra i 15 e i 17 anni. L’allarme è stato lanciato dall’Istituto Superiore di Sanità con il Rapporto sul Fumo in Italia pubblicato nel 2012, ed è stato accolto dall’Associazione Lorenzo Perrone che ha dato vita, con il patrocinio del Comune di Cologno Monzese e il contributo della Fondazione Comunitaria Nord Milano, a un progetto per la prevenzione del tabagismo tra i giovanissimi chiamato “Io non me la fumo”. Obiettivo del progetto: creare nei ragazzi delle scuole medie (11-14 anni) una percezione del fumo come valore negativo. Insomma, chi fuma non è un “leader”, è semplicemente uno sfigato.
Perché?
Semplice, perché accendere una sigaretta non è un gesto di emancipazione o di libertà, ma è un gesto di schiavitù. E perché chi ha il vizio del fumo butta via un sacco di soldi per qualcosa a cui non è più in grado di rinunciare.
L’Associazione Lorenzo Perrone, impegnata da anni nel campo della prevenzione oncologica, ha deciso di dare vita a “Io non me la fumo” perché ormai è ampiamente dimostrato che fumare nell’età preadolescenziale rappresenta quanto di peggio un essere umano possa fare per mettere a rischio la propria salute. Questo non vuol dire che fumare a trenta, quaranta o cinquant’anni non faccia male. Al contrario, fa malissimo! Tuttavia cominciare a fumare prima dei 14 anni “amplifica” i danni causati dalle sigarette. Questo perché tutte le malattie provocate dal fumo, soprattutto i tumori e le patologie cardiovascolari, hanno una lunga “latenza”, cioè possono manifestarsi anche dopo diversi decenni da quando una persona ha cominciato a fumare. Per cui, prima si comincia, maggiore è il rischio. Nell’età della crescita poi, quando la replicazione cellulare è al massimo, è molto elevata la probabilità che gli agenti cancerogeni (sono circa 200) contenuti nel fumo di sigaretta possano provocare quel danno al Dna di una cellula che è alla base dello sviluppo di un tumore anche negli anni a venire.
Il progetto per la prevenzione del tabagismo tra i giovanissimi sviluppato dall’Associazione Lorenzo Perrone è stato studiato per integrare le classiche campagne informative sui rischi per la salute derivanti dal fumo con attività che sfruttino, per il raggiungimento dell’obiettivo, le relazioni sociali dei ragazzi. Gli psicologi dell’età evolutiva infatti sanno benissimo che per gli adolescenti il gruppo gioca un ruolo fondamentale nel processo di crescita e di formazione e, nello stesso tempo, ha il potere di influenzare i comportamenti individuali.
“Io non me la fumo” farà leva proprio su questo aspetto, guidando i ragazzi nello sviluppo di una valutazione complessivamente negativa sul vizio del fumo che non sia individuale, ma collettiva. Insomma, l’obiettivo non è tanto quello di far dire ai giovani “io non fumo”, ma piuttosto quello di spingerli a dire “noi non fumiamo”.
Per raggiungere questo obiettivo gli operatori e i volontari dell’ALP organizzeranno una serie di incontri di formazione per i docenti e gli educatori coinvolti nel progetto, quindi animeranno degli incontri nelle classi delle scuole medie della durata di circa due ore. Il lavoro più importante sarà svolto dallo psicologo (presente a tutti gli incontri), che cercherà di capire quali sono i principali argomenti di interesse, le curiosità e i dubbi, per indirizzare i ragazzi verso i temi più coinvolgenti. Sarà proprio lo psicologo poi a proporre, nella seconda parte dell’incontro, delle attività che consentiranno a tutti i partecipanti di lavorare sui temi che loro stessi ritengono più interessanti. I ragazzi poi continueranno a lavorare sugli stessi argomenti in maniera interdisciplinare (potranno partecipare al progetto gli insegnanti di diverse materie), sotto la guida dei coordinatori di classe.
Nell’anno scolastico 2013/14 gli incontri di “Io non me la fumo” si terranno in tutte le scuole medie di Cologno Monzese (circa 60 classi, per un totale di 1.400 ragazzi). L’Associazione Lorenzo Perrone tuttavia sta lavorando per “esportare” il progetto anche in altri territori e in altri contesti. Questo richiede un grosso lavoro di preparazione, perché per organizzare gli incontri nelle scuole medie è necessario coinvolgere i dirigenti scolastici, ed eventualmente gli assessorati alla pubblica istruzione, di tutti i comuni interessati. Per portare “Io non me la fumo” anche in altri contesti educativi (parrocchie, società sportive, ecc) invece sarà necessario organizzare degli incontri di formazione per coinvolgere nel progetto tutti gli educatori che sono quotidianamente a contatto con i ragazzi. Magari cominciando proprio da loro (alcuni sono fumatori) una radicale opera di informazione e dissuasione, per convincerli a gridare forte ai loro ragazzi “Io non me la fumo!”.
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