L'approvazione di zone marine protette contribuirebbe alla realizzazione degli impegni assunti dall'Ue e, a livello mondiale, alla protezione della biodiversità marina
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I negoziati sulla creazione di due aree marine protette in Antartide si sono interrotti. Questa la motivazione che ha spinto gli eurodeputati ad approvare una risoluzione (588 voti a favore, 21 contrari e 79 astensioni) in cui si rimarca l'urgente necessità che le parti negoziali in seno alla Commissione per la conservazione delle risorse marine viventi dell'Antartico (CCAMLR - Commission for the Conservation of Antarctic Marine Living Resources) raggiungano al più presto un accordo. L’obiettivo è chiaro: far cessare il prima possibile lo stallo nei negoziati internazionali.
Gli oceani - Si tratta del più grande pozzo di assorbimento del carbonio attivo al mondo. Tuttavia l'alterazione degli ecosistemi marini e costieri e l'accelerazione della perdita di biodiversità marina stanno indebolendo la loro capacità, soprattutto negli ecosistemi remoti e fragili come l'Antartide, che ospita una biodiversità estremamente ricca e diversificata.
Negoziati già in corso - Sono quelli volti a proteggere la diversità biologica marina nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale nel quadro dell'UNCLOS (Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare - United Nations Convention on the Law of the Sea).
Due zone marine protette - L’eventuale futuro accordo sull'istituzione delle due zone marine protette potrebbe essere usato come base nei negoziati globali in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP15) a Kunming (Cina) che si terrà nell'ottobre 2021.
3 milioni di km2 - E’ la superficie complessiva che avrebbero le due nuove zone marine protette: la loro istituzione creerebbe una delle più vaste zone di protezione marina della storia.
Le richieste del Parlamento Ue - La risoluzione approvata dal Parlamento Ue con 588 voti a favore, 21 contrari e 79 astensioni, contiene importanti proposte. Vediamole insieme:
- promuovere il ruolo guida dell’Ue nell’intensificazione degli sforzi bilaterali e multilaterali, in particolare con i Paesi che si sono ripetutamente dichiarati contrari a un accordo;
- porsi obiettivi di ripristino e protezione globali, giuridicamente vincolanti, per almeno il 30% dei mari entro il 2030, in ossequio alla strategia dell'Ue sulla biodiversità per il 2030;
- spingere la Commissione Ue a far leva sulla propria influenza diplomatica e sulle proprie capacità di mobilitazione per favorire la conclusione di un accordo sulla designazione di vaste zone marine protette nell'Oceano Australe.