Economia, lavoro, salute: tutti gli interventi messi in campo per combattere gli effetti disastrosi della pandemia
© Parlamento europeo
Se l'"annus horribilis" 2020 ha chiuso i battenti sulle note di una speranza (quella relativa alla diffusione del vaccino anti Covid), il nuovo anno ha alzato il sipario su un dato concreto: il vaccino c'è. Ma è stato un percorso lungo, costellato da scenari drammatici, per la salute, certo, ma non di meno per l'economia. Facciamo dunque una rapida carrellata delle misure più importanti adottate dall'Ue per affrontare l'emergenza coronavirus - in ambito economico e sanitario - durante l'anno appena passato.
Salute - Nel tentativo di proteggere i cittadini europei e impostare una risposta efficace al Covid-19, la Commissione europea adottò da subito nel febbraio scorso misure immediate relative al controllo della disponibilità dei dispositivi di protezione individuale. E dunque stabilì che le esportazioni al di fuori dell'Unione Europea di occhiali e visiere protettive, di dispositivi di protezione per ospedali e di mascherine facciali, venissero sottoposte a un'autorizzazione di esportazione da parte degli Stati membri. Inoltre, per far fronte alle possibili future minacce sul fronte della salute pubblica, l'Ue decise di lanciare un nuovo programma, EU4Health, ideato per rafforzare le difese del sistema sanitario e incentivare la sua innovazione.
Esperti - Nel corso di marzo fu poi istituito un gruppo formato da sette epidemiologi e virologici appartenenti a diversi Stati membri che iniziarono a coordinare le misure di gestione del rischio. Un comitato di massimi esperti, dunque, dalla cui esperienza e conoscenza nacque poi l'idea di costituire la prima riserva comune europea di attrezzature mediche di emergenza, inserita all'interno del programma RescEU. Nelle parole di Ursula von der Leyen, "la prova concreta della solidarietà dell'Ue di cui beneficeranno tutti gli Stati membri e tutti i cittadini". Ma anche un'indicazione importante relativa alla consapevolezza che l'aiuto reciproco sarebbe stata l'unica via percorribile.
Ricerca - Ad aprile 2020 venne varata una piattaforma europea di dati sul Covid-19. Lo scopo? Quello di garantire tempi brevi per la raccolta e la condivisione dei dati di ricerca disponibili. Fu un momento importante, scandito dalla nascita di una piattaforma ispirata alla scienza aperta ('open science'), al libero accesso ai dati della ricerca ('open access') e alla creazione di un ambiente in cui ricercatori europei (ma non solo) avrebbero potuto condividere dati epidemiologici e ricerche. Furono in seguito stanziati quasi 250 miliardi di euro per la ricerca e venne ufficialmente formulato l'invito a presentare proposte e progetti mirati a sconfiggere il Covid-19.
Vaccino - Quella che segue fu una delle mosse più decisive dell'Ue. Il Parlamento infatti, mettendo in campo una procedura d'emergenza, adottò nello scorso aprile la deroga temporanea relativa ad alcune norme vigenti per i test clinici. Fu dunque introdotto 'a tempo' un nuovo tipo di regolamento che consentì di sviluppare più rapidamente i vaccini anti-Covid-19, tagliando drasticamente le tempistiche di rito, ma garantendo al contempo gli standard di sempre in termini di qualità, sicurezza ed efficacia.
Economia - E' stata una delle parole d'ordine del Parlamento Europeo, un 'must' tradotto già dallo scorso marzo in azione tempestiva e misure drastiche. I fatti: era giovedì 26 marzo 2020 quando gli eurodeputati votarono per rendere disponibili ai Paesi membri ben 37 miliardi di euro provenienti dai fondi strutturali dell'Ue. Oltremodo significative le parole di Younous Omarjee (presidente della Commissione per lo sviluppo regionale): "Dobbiamo rispondere il prima possibile, convogliando tutti gli strumenti disponibili sotto la politica di coesione per mitigare la situazione catastrofica causata dall'epidemia. Qualsiasi ritardo risulterebbe in una maggiore perdita di vite umane e maggiori difficoltà per le regioni, le aziende e i cittadini europei".
Piano di rilancio - Era il 27 maggio scorso e Ursula von der Leyen presentò "Next Generation EU", un piano da 750 miliardi di euro con l'obiettivo di mitigare gli effetti della pandemia e promuovere un investimento massiccio volto a delineare i contorni di un'Europa più sostenibile, digitale e sociale. Obiettivo: quello di offrire sostegno all’occupazione e rafforzare il ruolo dell’Unione Europea a livello globale. In difesa del lavoro, l'Ue mise poi a disposizione uno strumento di sostegno temporaneo (Sure) per limitare al massimo i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza. Tale strumento offre assistenza finanziaria fino a 100 miliardi di euro sotto forma di prestiti agli Stati membri colpiti per far fronte agli aumenti della spesa pubblica e mantenere l'occupazione.
Potenziamento miliardario - A metà settembre scorso il Parlamento europeo ha approvato l'aumento di bilancio 2020 a ben 6,2 miliardi euro. Il Fondo di coesione venne potenziato di 5,1 miliardi per soddisfare le domande di rimborso da parte degli Stati membri relative agli interventi volti ad affrontare la crisi. Il miliardo di euro restante è stato dunque utilizzato per lo sviluppo e la distribuzione di un vaccino contro il Covid-19.
22 dicembre 2020 - Una data che resterà nella memoria. Citiamo letteralmente Ursula von der Leyen: "Oggi aggiungiamo un importante tassello al successo della strategia europea per affrontare la pandemia. Abbiamo approvato il primo vaccino sicuro ed efficace contro il Covid-19 e presto ve ne saranno altri. Le dosi del vaccino approvato oggi saranno disponibili in tutti i paesi dell'Ue, contemporaneamente e alle stesse condizioni. Anche le imminenti giornate europee della vaccinazione segneranno un momento di grande unità: siamo tutti sulla stessa barca. Non poteva esserci modo migliore per concludere questo anno difficile e cominciare a lasciarci la pandemia alle spalle". Il vaccino adottato dall’Ue è quello messo a punto da BioNTech e Pfizer. Si tratta dunque del primo vaccino anti Covid-19 autorizzato nell'Unione Europea.
Il 6 gennaio scorso, infine, la Commissione europea ha autorizzato l'immissione in commercio condizionata di un secondo vaccino anti-Covid-19, stavolta concepito da Moderna.