In occasione del 76esimo anniversario dell’ingresso ad Auschwitz dell’Armata Rossa e della liberazione dei superstiti del campo di concentramento, il Pe ha celebrato con "cerimonia virtuale"
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"Questa giornata ci ricorda che 76 anni fa si aprirono i cancelli di Auschwitz-Birkenau, rivelando l'orrore del genocidio nazista. Quello che è successo in quel campo di concentramento e in tutte le altre le altre fabbriche della morte disseminate nello spazio europeo ci chiama alla responsabilità e ci impone l'obbligo di vigilare e di tenere viva la memoria. Come ha scritto Primo Levi, 'se comprendere è impossibile, conoscere è necessario' ". Con queste parole è aperto il discorso di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, durante la commemorazione virtuale organizzata dal Pe in occasione della Giornata della Memoria.
27 gennaio: non una data qualsiasi, ma il giorno di 76 anni fa (era il 1945) in cui i soldati dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Una giornata spartiacque, dunque, di quelle che dischiusero le immagini di orrori indicibili, aprendo ferite che non cicatrizzeranno mai. Un anniversario per ricordare e non dimenticare mai.
Per non dimenticare - Il Parlamento europeo ha deciso di celebrare la Giornata Internazionale della Memoria dell'Olocausto organizzando una cerimonia virtuale la cui apertura è stata affidata a un discorso di David Sassoli e un'esibizione di canti tradizionali yiddish a cura di Gilles Sadowsky (clarinetto) e di Hanna Bardos (voce).
"L'Europa stessa è nata nel segno dell'apertura, della cooperazione, della consapevolezza di un destino comune", ha dichiarato Sassoli. "È nata da una grande visione, da un ideale coraggioso che solo poteva trarre forza da una tragedia così immane come quella provocata dalla seconda guerra mondiale e dal folle disegno nazista. Per questo tutti noi dobbiamo vivere la responsabilità di quella custodia: la custodia della democrazia e dell'Europa".
Parole importanti quelle pronunciate da Sassoli, parole che suonano come invito a non dimenticare e, al tempo stesso, come sprone a mantenere sempre alta la guardia, affinché l'Europa non debba più assistere agli abomini che puntellarono la più grande tragedia del Novecento.
"Oggi più che mai", ha continuato, "dobbiamo quindi agire insieme e proteggere la nostra coesione, cioè il contesto nel quale intere generazioni hanno fatto esperienza di pace e hanno saputo costruire un modello che per una lunga stagione ha favorito benessere, crescita economica, diritti sociali e civili".
"Per impedire negazionismi e amnesie, dobbiamo sentire tutti l'impegno per una lucida e vigile coscienza storica", ha concluso Sassoli, "capace non solo di rendere testimonianza ma anche di capire, prevenire e intervenire ogni qualvolta si diffondono i semi del male assoluto. Un modo per ricordare, ma anche per onorare il sacrificio di chi in questo campo ha perso la vita e ha lottato per un mondo migliore difendendo i valori di libertà e giustizia ".
La commemorazione è poi continuata con i discorsi a distanza di Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini europei, e di Gyula Sàrkozi, ballerino e coreografo, nonché rappresentante della comunità rom, per poi chiudersi con un minuto di silenzio in onore delle vittime dell'Olocausto e la preghiera di El Maleh Rahamim, recitata da Israel Muller, capo cantore della Grande Sinagoga d'Europa a Bruxelles.