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Recovery, come si sta muovendo l'Italia? | Guarda la quindicesima puntata di "Fatti e Misfatti d'Europa"

L'approfondimento settimanale, realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, è andato in onda martedì 27 aprile. Ospiti del quindicesimo appuntamento Vincenzo Amendola, Anna Bonfrisco e Paola Pisano

27 Apr 2021 - 15:03

Ribattezzato il piano Marshall del terzo millennio, il Next Generation Eu è un pacchetto di stimolo senza precedenti emesso dalla Commissione europea per risollevare le sorti degli Stati membri colpiti dalla pandemia e per garantire un futuro sostenibile e digitale alle generazioni future. I Paesi europei sono al lavoro sui loro Recovery Plan. L'Italia come si sta muovendo? Ne abbiamo parlato a "Fatti e Misfatti d’Europa", il programma di Tgcom24 realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo. Ospiti del quindicesimo appuntamento Vincenzo Amendola, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli Affari europei, Anna Bonfrisco, europarlamentare della Lega, e Paola Pisano, docente di Economia e di Gestione dell'Informazione all'Università di Torino.

"Siamo alle battute finali di un accordo che abbiamo firmato il 21 luglio, un accordo importante, 205 miliardi per l’Italia. Siamo di fronte a una mole di investimenti che serve al nostro Paese per uscire dal tunnel della sofferenza del Covid. Covid che ha piegato l’economia e il nostro sistema produttivo. Dobbiamo investire bene e velocemente - dichiara Amendola -. I tre grandi pilastri di questa sfida europea sono la transizione verde, quella digitale, che servirà alle nostre imprese e alla pubblica amministrazione, e la coesione sociale. Sappiamo che in Italia il divario Nord-Sud è una grande questione di coesione sociale. Non a caso il 40% delle risorse sarà investito nel Mezzogiorno, in relazione al quale ci sono due elementi che preoccupano in particolare modo: l’occupazione femminile e quella giovanile".

Piano nazionale di ripresa e resilienza, opere pubbliche - Dalle ferrovie al digitale passando per importanti opere di transizione ecologica, il Pnrr è la messa in atto italiana del Next Generation Eu, di cui il nostro Paese è tra i principali beneficiari. Un altro dei settori chiave per il Recovery è quello della grandi opere e infrastrutture. Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono contenute 57 opere pubbliche per un valore totale di 82 miliardi. Quasi la metà di questi 82 miliardi, il 44%, è destinato a opere realizzate al Sud. La fetta più corposa del Pnrr per quanto riguarda le opere pubbliche è rappresentata dall’implementazione delle linee ferroviarie (60 miliardi, di cui 28,6, al Sud), 10 miliardi invece allo slot dedicato alle strade, e anche in questo caso oltre 6 miliardi sono destinati al Meridione. 

Riusciremo a realizzare le opere durante la fase attuativa del piano? "La burocrazia è il nostro problema principale - spiega Bonfrisco -. Una buona burocrazia aiuta e fa da volano alle iniziative economiche connesse agli investimenti pubblici, oggi quanto mai necessari. Una cattiva burocrazia rischia di vanificare le risorse straordinarie messe in campo. Finora non abbiamo dato straordinari esempi in merito alla velocità. Oggi non possiamo assolutamente permetterci il lusso di sbagliare. Non è solo una questione di utilizzo, e quindi di beneficio per i cittadini, ma anche di orgoglio nazionale. A fronte di una scelta coraggiosa che tutti hanno chiesto all’Europa di svolgere, cioè per la prima volta di farsi carico di una visione di debito pubblico d’insieme". 

E’ d’accordo Amendola, che aggiunge: "Dobbiamo trovare orgoglio. Orgoglio significa costruire una corsia preferenziale, regole veloci. Quindi anche saltare molti passaggi burocratici che vediamo in maniera ordinaria far sì che non si realizzino gli investimenti. E questo il governo lo farà con delle regole apposite". "Per quanto riguarda le possibili infiltrazioni criminali nell’utilizzo dei fondi del Recovery, per il cui tema c’è molta attenzione, noi dobbiamo essere orgogliosi per rendere questo meccanismo veloce e allo stesso tempo fare anche un salto di qualità nella verifica, nel controllo e nell’immediata reazione in caso questi soldi finissero in mani che a noi non piacciono", dice.

I problemi del digitale in Italia - La digitalizzazione è uno dei pilastri del Next Generation Eu e, di conseguenza, del Pnrr. Una digitalizzazione necessaria nel nostro Paese, come ha ampiamente dimostrato la pandemia. Basti pensare che nell’indice di digitalizzazione, economia e società stilato dalla Commissione europea il nostro Paese si colloca al 25esimo posto, prima di noi Romania, Grecia e Bulgaria.

"I problemi in merito sono tanti - sottolinea Pisano, ministro per l'Innovazione tecnologica e la Transizione digitale nel Conte bis -. Il Pnrr mi vede d’accordo sulla parte digitale, tramite la quale si portano avanti tematiche cruciali: infrastrutture che sorreggono i servizi digitali, gestione dei dati, piattaforme digitali e formazione. Riguardo a quest’ultima, le competenze, infatti, estremamente importanti fin da bambini. Ci sono molti Paesi che stanno già investendo in formazione sull’intelligenza artificiale, sui pericoli di Internet. Noi dobbiamo adeguarci". "Il Pnrr - conclude Amendola -. significherà per l’Italia costruire l’Autostrada del Sole del 21esimo secolo. Oggi l’unità del Paese si farà anche sulla capacità di essere tutti interconnessi in sicurezza". 

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