"L'Unione europea e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti"
© Parlamento europeo
Sono ormai più di quarant'anni che l’Unione europea promuove e incentiva il benessere degli animali, all’insegna di standard che sono tra i più alti al mondo tanto da fare dell’Ue il leader globale in questo ambito. Non basta. Le regole e le norme introdotte negli anni hanno avuto una grossa cassa di risonanza, incidendo come esempio anche per i Paesi terzi. Facciamo dunque una carrellata sui provvedimenti più importanti presi negli ultimi anni.
I numeri del sondaggio - L’attenzione dei cittadini europei al benessere degli animali si riflette appieno nei risultati dello speciale Eurobarometro in merito di maggio, in cui emerge che secondo l’82% degli intervistati il benessere degli animali da allevamento dovrebbe essere maggiormente tutelato rispetto a quanto non lo sia adesso. Una richiesta ben precisa, dunque, di porsi target ancora più alti e ambiziosi.
Le prime norme Ue a tutela degli animali da allevamento - Queste ultime risalgono agli anni Settanta. La direttiva sulla protezione degli animali negli allevamenti del 1998 stabilisce poi i criteri generici per la tutela degli animali allevati per la produzione di cibo, lana, pelle, pelliccia o per altri scopi, inclusi pesci, rettili e anfibi. Tale direttiva è basata sulla Convenzione europea relativa alla protezione degli animali negli allevamenti del 1978.
Le cinque libertà - Le norme Ue sul benessere degli animali riflettono "cinque libertà":
- libertà dalla fame e dalla sete;
- libertà dai disagi ambientali;
- libertà dal dolore, dalle ferite e dalle malattie;
- libertà di manifestare comportamenti caratteristici della specie;
- libertà dalla paura e dallo stress.
E riguardo i prodotti medicinali veterinari… - … a ottobre 2018 gli eurodeputati hanno adottato un nuovo regolamento per ridurre l’uso di medicine volto a compensare condizioni di crescita povere o a far crescere più velocemente gli animali. In linea con la strategia "dai campi alla tavola" per un’agricoltura più sostenibile, la Commissione europea sta infine attualmente valutando tutte le norme dell’Ue sul benessere degli animali da allevamento.
Tutela lungo il trasporto - Era il 2004 quando furono approvate le norme Ue per la protezione e il benessere degli animali durante il trasporto. Tuttavia, in una risoluzione adottata il 14 febbraio 2019, il Parlamento europeo ha chiesto di garantire un miglior trattamento degli animali da allevamento, controlli e sanzioni più severe e tempi di trasporto ridotti. Nel corso del dibattito del 2 dicembre 2020, gli eurodeputati hanno chiesto al Commissario per l’Agricoltura Janusz Wojciechowski di garantire che la politica agricola dell'Ue migliori il benessere degli animali durante il trasporto e di sostenere l’accorciamento delle catene di approvvigionamento, privilegiando il trasporto di carne a quello di animali vivi, oltre a garantire che le importazioni avvengano nel rispetto degli standard Ue per il benessere degli animali.
La commissione d'inchiesta - Nel giugno del 2020, gli eurodeputati hanno stabilito una commissione d’inchiesta per indagare sulle presunte violazioni delle norme per il benessere degli animali durante il trasporto all’interno e all’esterno dell’Ue. Nell aprile 2021, la Commissione d'inchiesta sulla protezione degli animali durante il trasporto (ANIT), ha denunciato la mancata applicazione delle normative sulla protezione animale durante il trasporto dichiarandola inaccettabile e chiedendo azioni concrete per la rettifica del problema, comprese procedure di infrazione nei confronti degli Stati membri che omettano l’applicazione delle norme Ue in vigore.
End the Cage Age - E’ stata, in primis, una vittoria del milione e mezzo di cittadini europei che hanno firmato l’iniziativa “End the Cage Age”. Quest’ultima è stata riconosciuta e appoggiata dal Parlamento Ue che ha invitato la Commissione a presentare una proposta per vietare l'allevamento in gabbia entro il 2027.
Per proteggere la fauna - Sono 500 le specie di uccelli selvatici che vivono in natura nell’Ue e che sono protetti dalla direttiva "Uccelli". La direttiva sugli habitat ha invece l’obiettivo di assicurare la conservazione di specie rare, minacciate o endemiche e habitat specifici.
In sostegno degli insetti impollinatori selvatici - L’iniziativa dell’Ue a favore di quest’ultimi è stata avviata nel 2018 per contrastare il loro declino, soprattutto per quanto concerne le api. Il Parlamento Ue richiede inoltre una riduzione maggiore dei pesticidi e più fondi per la ricerca, oltreché una migliore protezione delle varietà regionali e locali di api. Infine, durante il voto di giugno 2021 sulla strategia Ue per la biodiversità per il 2030, i deputati hanno chiesta con urgenza una revisione dell'iniziativa dell'Ue sugli impollinatori. Lo scopo è quello di includere un nuovo sistema di monitoraggio a livello europeo, forte di misure efficaci, obiettivi precisi come gli indicatori di impatto e lo sviluppo delle capacità necessarie alla sua realizzazione.
Come vengono tutelati i delfini e le balene? - Quest’ultimi sono tutelati contro la cattura e uccisione nelle acque dell’Unione europea: l’Ue ha infatti sempre promosso la piena attuazione della moratoria sulla caccia commerciale alle balene in vigore dal 1986. Esiste inoltre anche un regolamento europeo che vieta il commercio di prodotti derivati dalle foche oltre a norme che regolano i metodi di cattura, proibendo l’uso di tagliole per catturare gli animali selvatici nell’Ue e stabilendo criteri di non crudeltà.
Combattere contro il rischio di estinzione - L’Ue applica le disposizioni della Convenzione sul commercio internazionale delle specie selvatiche di flora e fauna minacciate attraverso i regolamenti sul commercio di animali selvatici. L’obiettivo è quello di garantire che i prodotti derivati da animali selvatici non portino le specie a rischio d’estinzione.
E a proposito di zoo…- …sono attualmente in vigore precise regole dell’Ue sugli animali nei giardini zoologici le quali puntano a rafforzarne il ruolo nella conservazione della biodiversità, individuando i criteri per le misure di protezione, tra cui sistemazioni adeguate per gli animali.
Sperimentazioni sugli animali a scopo scientifico - L’Ue ha creato un quadro legislativo che regola e disciplina gli studi condotti sugli animali per lo sviluppo di nuove medicine, per studi fisiologici e per testare gli additivi alimentari o sostanze chimiche. Le regole sono basate sul ‘principio delle tre R’ (dall’inglese):
-“replacement”: sostituzione degli animali con metodi alternativi;
-“reduction”: riduzione del numero di animali utilizzati per lo stesso scopo;
“refinement”: perfezionamento delle condizioni di sperimentazione per ridurre dolore e sofferenza.
Nell’Ue è infine vietato condurre test sugli animali per i cosmetici e vendere prodotti testati sugli animali. In una risoluzione adottata nel 2018, il Parlamento europeo ha chiesto un divieto globale sulla sperimentazione animale per i cosmetici.
In difesa degli animali domestici - In una risoluzione adottata il 12 febbraio 2020, il Parlamento europeo ha chiesto un piano d’azione a livello dell’Ue, sanzioni più dure e registrazione obbligatoria degli animali per porre fine al commercio illegale di cani e gatti.
Stop a "certe" pellicce - Per rispondere alle preoccupazioni dei cittadini europei che considerano gli animali domestici come parte della propria famiglia, nell’Ue le pellicce di cane e gatto sono state vietate nel 2008. La legislazione vieta l’immissione sul mercato e l’importazione ed esportazione di pelliccia di cane e gatto e di tutti i prodotti che la contengono.
Viaggi a quattro zampe - Grazie alle norme armonizzate dell’Ue sui viaggi con gli animali domestici, le persone possono spostarsi liberamente con i propri amici a quattro zampe nell’Unione europea. Il passaporto per animali domestici o il certificato sanitario sono gli unici documenti richiesti per cani, gatti e furetti per viaggiare in tutta l’Ue, con alcune eccezioni.