Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana nello spazio, è stata selezionata nel 2021 come membro della missione che partirà con il volo USCV-4
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Prendete le missioni spaziali e dimenticate per un attimo la bandiera russa e quella statunitense. C’è (anche) dell’altro. Una storia lunga e appassionante di sfide epocali e sogni proibitivi, cullati da una Terra sempre più lontana: è la storia dei primi italiani nello spazio. Dai primi sforzi pionieristici di Luigi Broglio, a progetti e missioni spaziali a cui il nostro Paese ha dato tantissimo. Sono storie di uomini (Malerba, Cheli, Vittori) e di donne (Cristoforetti) che ci hanno regalato il sogno più bello: quello in assenza di gravità.
L’Italia nello spazio? Una storia lunga, ma soprattutto appassionante. La ripercorriamo in una sintesi con nomi e date più importanti.
Luigi Broglio - Ovvero, il padre fondatore dell’astronautica italiana: militare, ingegnere e ideatore del Progetto San Marco, nato nel 1962 all’insegna della collaborazione con la Nasa e coronato due anni più tardi con la messa in orbita del satellite San Marco 1 dalla base di Wallops Island grazie a un missile Scout. Si trattò del primo satellite al mondo lanciato da un Paese diverso dagli Stati Uniti e dall’URSS.
1975 - Un anno decisivo per la nostra astronautica: l’Italia partecipò infatti alla fondazione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), lavorando dunque alla progettazione di SpaceLab, un laboratorio ideato per essere utilizzato all’interno dello Space Shuttle. Un orizzonte, un programma, una sfida - quella dello spazio - non più declinata solo sui colori di Usa e Urss: l’Europa iniziò ad affacciarsi alla ribalta della sfida spaziale. E l’Italia fu subito della partita.
1977 - E’ l’anno in cui l’ESA effettuò la prima selezione di astronauti. Fra questi, un nome battente bandiera italiana: quello di Franco Malerba. Fu quest’ultimo a essere scelto come uno dei quattro candidati europei per la prima missione Spacelab, diventando poi membro dello staff del Centro Tecnico Europeo del dipartimento scientifico spaziale dell’ESA.
ASI, ovvero Agenzia Spaziale Italiana - Nacque nel 1988 e rappresentò una fucina di astronauti italiani che avrebbero fatto la differenza. Uno dei primi progetti a cui lavorò l’ASI fu il Tethered Satellite System, conosciuto in Italia anche come “satellite al guinzaglio” e nato sulla scorta degli studi presentati negli anni Settanta da Giuseppe Colombo e Mario Grossi. Scopo del sistema? Quello di verificare la possibilità di produrre energia elettrica nello spazio. Come? Attraverso una sfera di alluminio (diametro: 1 metro e 60 cm) collegata allo Shuttle con un filo lungo 20 chilometri e spesso 2 millimetri. Secondo le intenzioni di coloro che lavorarono al progetto, l’attraversamento del campo magnetico terrestre il filo avrebbe raccolto elettroni, producendo così elettricità. Una vera e propria impresa condotta in porto felicemente da colui che sarebbe diventato il primo italiano nello spazio.
L'Italia in orbita - Torna il nome di Franco Malerba: fu proprio lui, dal 31 luglio all’8 agosto 1992, uno dei membri dell'equipaggio in orbita sullo Shuttle Atlantis. Parliamo dunque dell'apripista di tutti gli astronauti italiani che avrebbero poi seguito le sue orme nei trent’anni successivi. L’impresa a bordo dello Shuttle Atlantis, conclusasi con un esito parzialmente positivo, fu poi ripetuta con esiti ancora più felici nel 1996. A bordo due italiani: Umberto Guidoni e Maurizio Cheli.
Gli anni Novanta - Furono segnati dalla nascita della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e dall’importanza assunta dall’Alcatel Alenia Spazio (poi diventata Thales Alenia Space), un’industria italiana addetta alla costruzione della struttura e del sistema di controllo termico e ambientale di "Columbus", un laboratorio orbitante interamente europeo. Anni di sperimentazione, dunque, nonché preludio a un piccolo record tutto italiano. Il nome da segnarsi è quello di Umberto Guidoni.
Il primo europeo - Fu infatti proprio Guidoni il primo astronauta europeo ad arrivare sulla Stazione Spaziale Internazionale. La data dello sbarco: 21 aprile 2001. Scopo della missione: quello di portare a bordo il braccio robotico Canardarm-2 (utilizzabile come gru spaziale) e il modulo logistico "Raffaello", realizzato in Italia.
European Astronaut Corps (EAC) - E’ il centro di addestramento e di selezione degli astronauti europei istituito nel 1998. Il primo italiano a entrarvi - complice il ritiro di Malerba e di Cheli - fu lo stesso Guidoni. A distanza di pochi mesi dall’avvio dell’EAC, furono designati tre nuovi astronauti europei, di cui due italiani: Paolo Nespoli e Roberto Vittori.
Insomma, l’astronautica parla sempre di più italiano. E lo fa con nomi importanti: accanto a quello di Guidoni, vanno ricordati proprio Paolo Nespoli (protagonista di missioni spaziali passate alla storia come Esperia, MagISStra e Vita) e Roberto Vittori ("Missione Marco Polo"), sino ad arrivare alle ultimissime generazioni, rappresentate al meglio da Luca Parmitano e da…
…la prima donna italiana nello spazio – Ovvero, Samantha Cristoforetti: la sua prima missione, denominata ISS Expedition 42/43 Futura, partì nel 2014 e segnò il debutto della prima donna italiana nello spazio.
Non finisce qui: la Cristoforetti è infatti stata selezionata nel 2021 come membro della missione che partirà con il volo USCV-4. A ribadire, insomma, che quella degli italiani nello spazio è una storia ancora tutta da scrivere...