In difesa dei diritti umani

Ue, beni a duplice uso: come evitare che software e droni finiscano nelle mani sbagliate

Il Parlamento europeo ha approvato le nuove norme per l'esportazione di tali beni con 642 voti a favore

27 Mar 2021 - 20:33

Sono numerosi e alcuni di essi fanno parte ormai da anni del nostro quotidiano. Sono i cosiddetti beni a duplice uso (prodotti chimici, droni, software specializzati), ovvero beni che pur avendo lo scopo di migliorare la vita delle persone potrebbero però essere utilizzati per scopi impropri da regimi militari repressivi o magari da gruppi legati al terrorismo. Questa la motivazione che ha portato l’Unione europea a lavorare a regole più severe sull’esportazione di tali beni. Norme che il Parlamento europeo ha approvato con 642 voti a favore nella seduta di plenaria di giovedì 25 marzo.

Le  norme - La Commissione ha proposto di aggiornare le norme nel 2016. Norme che si sono rese necessarie per via degli sviluppi tecnologici recenti - compresi i nuovi strumenti di sorveglianza informatica - e dunque dell'aumento dei rischi per la sicurezza. Vediamole insieme:

- creazione di un elenco Ue di tecnologie soggette a restrizioni all’esportazione;

- meccanismo di coordinamento a livello europeo per le esportazioni di articoli di sorveglianza informatica;

- rafforzamento degli obblighi di rendicontazione pubblica degli Stati membri sui controllo delle esportazioni, al fine di rendere il settore della sorveglianza informatica, in particolare, più trasparente;

- rafforzamento dell’importanza dei diritti umani quale criterio di autorizzazione;

- inclusione delle tecnologie emergenti nel regolamento.
 

"E' una vittoria per i diritti umani globali. Abbiamo dato un importante esempio da seguire per altre democrazie. Ora avremo trasparenza a livello dell'Ue sull'esportazione della sorveglianza informatica e controlleremo l'esportazione della sorveglianza biometrica. I regimi autoritari non potranno più mettere le mani segretamente sulla sorveglianza informatica europea. Non disponiamo ancora di condizioni di parità tra i paesi dell'UE, ma diverse nuove disposizioni consentono controlli autonomi, una migliore applicazione e coordinamento. Mi aspetto che l'obbligo degli Stati membri di difendere i diritti umani e la propria sicurezza sarà il fondamento di ulteriori lavori futuri", ha affermato la relatrice Markéta Gregorová (Verdi / ALE, CZ).

Prossime tappe - E' il Consiglio a dover approvare ufficialmente le norme prima che queste ultime possano entrare effettivamente in vigore.

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