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Dal 12 al 21 aprile i Magazzini Raccordati lungo via Sammartini, dal tunnel 38 al tunnel 60
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Da venerdì 12 a domenica 21 aprile, Dropcity Centro di Architettura e Design - ideato e curato dall’architetto Andrea Caputo – presenta Dropcity In Progress, un’anteprima del cantiere che aprirà definitivamente a Milano entro la fine del 2024, trasformando i tunnel lungo via Sammartini a Milano, all’interno dei Magazzini Raccordati della Stazione Centrale, in un luogo di aggregazione e di dibattito sull’Architettura, il Design e la città contemporanea.In questo periodo, i visitatori potranno assistere in tempo reale al processo di autocostruzione di Dropcity, generato da un approccio ibrido di edilizia e stampa 3D; oltre ai lavori in corso, gli spazi dei tunnel ospiteranno mostre, installazioni, conferenze, workshop e iniziative legate al tema del processo in Architettura e Design.
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Wasp, azienda leader di stampa 3D, avvierà i lavori di ristrutturazione del tunnel 54, mostrando le proprie tecnologie in azione. Le stampanti produrranno moduli a parete multifunzionali ed elementi architettonici, fra i quali un muro parametrico composto da centinaia di pezzi dal design unico. Un modello sperimentale di macchina, inoltre, verrà utilizzato per la prima volta per stampare direttamente all’interno del tunnel lungo le sue pareti, introducendo un nuovo approccio alla stampa 3D architettonica dei paramenti degli edifici. Il processo di autocostruzione di Dropcity continuerà al tunnel 46 con Future Frames, una mostra/laboratorio nata dalla collaborazione tra il dipartimento di design industriale (MUID) della Muthesius University of Fine Arts and Design di Kiel (Germania) e lo Studio Streev. L'intervento architettonico dal vivo mostra un approccio tangibile, curato dai docenti della Muthesius Martin Postler e Benjamin Unterluggauer, su come ridurre al minimo la produzione ad alta intensità di materiale delle tradizionali strutture in legno. Lo Studio Streev ha creato un’intelaiatura in legno ad hoc per le coperture interne dei tunnel, che saranno parzialmente costruite e installate durante Dropcity In Progress grazie a un’innovativa macchina CNC (Controllo Numerico Computerizzato) per falegnameria in grado di fresare, modellare e assemblare il legno senza adoperare colla o viti. Il legno utilizzato proviene dal recupero di parte degli alberi abbattuti dal nubifragio che ha colpito Milano lo scorso 25 luglio 2023: Dropcity, infatti, è tra coloro che si sono aggiudicati il bando indetto dal Comune di Milano per il loro riutilizzo.
Dalla collaborazione a lungo termine avviata con il collettivo SOCII di Tbilisi (Georgia), volta a sperimentare l'impegno delle persone, coinvolgendole nelle fasi di costruzione in un lavoro di squadra, nasce SOCII Circus. Al tunnel 38 SOCII creerà insieme ai visitatori connessioni culturali e interventi di design, integrando infrastrutture formulate con WASP e MUID Kiel, come l'assemblaggio di giunti in legno in soffitti ad arco e di pareti divisorie modulari e blocchi stampati in 3D in diverse tipologie di design, e ripristinando le vecchie panchine ottocentesche della Stazione Centrale di Milano, abbandonate da decenni.
Dal 13 al 19 aprile l’Auditorium di Dropcity (tunnel 60) ospita Architecting the future, una serie di dibattiti pubblici a cura di Anneke Abhelakh. Il programma mette a confronto, ogni sera alle 19, due architetti internazionali di generazioni/posizioni diverse, chiamati a riflettere su temi quali Come conciliare gli imperativi del progresso con la necessità di una coscienza e di una cura dell'ambiente? Come progettare spazi che possano essere adattati alle esigenze future? Come ci si pone nella realtà delle scelte materiali e delle pratiche costruttive?
Sabato 13 aprile, ore 19
Momoyo Kaijima (Atelier Bow-wow) & Nile Greenberg (ANY)
Domenica 14 aprile, ore 19
Konstantinos Pantazis (Point Supreme) & Carla Ferrando (PARABASE)
Lunedì 15 aprile, ore 19
Jo Taillieu (Jo Taillieu Architecten) & Ma Yansong (MAD Architects)
Martedì 16 aprile, ore 19
Stephanie Bru (BRUTHER) & Stefano Passomonti (Tenet)
Mercoledì 17 aprile, ore 19
Valentina Noce (SABOTAGE) &Victoria Easton (Christ & Gantenbein)
Giovedì 18 aprile, ore 19
Giulia Furlan (Furlan Beeli) & Adrien Comte (Comte/Meuwly)
Venerdì 19 aprile, ore 19
Ami Perkins (Assemble) & Anne Holtrop (Studio Anne Holtrop)
Ingresso libero, previa iscrizione al link in bio sulla pagina IG di Dropcity_org.
(tunnel 138). Curata da 6:AM Glassworks, marchio di design fondato dai creativi Edoardo Pandolfo e Francesco Palù, FLOAT è un caso di studio che offre diversi approcci per mostrare il potenziale del vetro riutilizzato una volta fuso: dalla creazione di lastre di vetro testurizzate a una serie di arredi, quali tavoli e scaffali. Una filiera per il riciclo del vetro esiste già; il vero processo virtuoso che 6:AM vuole perseguire è la riduzione del ciclo di vita del materiale. Valorizzando il vetro scartato, che altrimenti finirebbe in discarica, l’obiettivo più ampio è quello di avviare un ciclo che trasformerebbe il vetro recuperato da cantieri o edifici in prodotti o arredi per gli edifici stessi.
Gymnasium (tunnel 42). Una palestra per l’allenamento funzionale progettata dal duo di designer milanesi BB: uno spazio inclusivo per allenarsi messo a disposizione del pubblico di Dropcity. Il progetto dell’installazione scultorea di BB mira a sfidare la natura normativa degli spazi dedicati allo sport con una struttura che sfida la gravità e la cui regola progettuale è “niente angoli di 90 gradi”.
Wonder Powders (tunnel 44). Un progetto di ricerca di Shimadzu Corporation e dello studio coreano di design we+, che prevede non solo l’osservazione del movimento di vari materiali in polvere sott’acqua, ma anche la loro analisi scientifica con gli strumenti di Shimadzu Corporation. Attraverso un duplice approccio di esplorazione sensoriale e logica, il progetto cerca di comprendere la bellezza della polvere. La mostra presenta alcuni risultati della ricerca e le installazioni realizzate nell’ambito del progetto, cercando di cogliere la “bellezza” da una nuova prospettiva.
Industream (tunnel 48 e 140). Una mostra sul processo industriale di XL EXTRALIGHT®, ingredient technology che a partire dagli anni novanta ha rivoluzionato l’industria del footwear e del design, con allestimento speciale di Andrea Caputo Studio + Invernomuto. INDUSTREAM compie un’analisi anatomica di un processo industriale tanto complesso quanto misterioso, in cui scienza chimica, ingegneria, tecnologia e fattore umano si integrano perfettamente, dando vita a una delle eccellenze italiane nel mondo dei materiali speciali e innovativi per il mondo della moda, del lusso e del design.
We Mediterranean (tunnel 50). Dropcity è la prima tappa di un grand tour lungo le coste del Mediterraneo di We Mediterranean, avamposto culturale nato in collaborazione con il team libanese di We Design Beirut; un’architettura mobile, riconfigurabile e in progress che arriva a Milano composta da tre elementi: un teatro per l’incontro e il dialogo, realizzato in tubolare metallico e vestito di tessuti ricamati dalle donne della ONG libanese Ajialouna, una torretta per i piccioni alta 4 metri, simbolo di accoglienza e di pace, una pensilina che facendo ombra si prende cura della comunità. Il layout enfatizza il tema dell’intersezione come simbolo di dialogo e incontro fra le culture del Mediterraneo e stimola una riflessione sul tema dell’inclusione e dell’accoglienza.
Datapolis (tunnel 52) è un’installazione di Atelier Atollo che si propone di esplorare l’impronta dei dati, la loro presunta assenza di peso e di luogo, esponendo l’hardware del cosiddetto “cloud”. La mostra può essere letta in più modi: per argomento e per scala, visivamente e quantitativamente. Per manifestare la doppia faccia dell’infrastruttura di dati sono usati due linguaggi in giustapposizione: la fotografia, che descrive l’intangibilità qualitativa dei dati, la loro fenomenologia e i loro caratteri, e le infografiche su pannelli neri, che invece ne valutano quantitativamente l’impronta, collegandoli alle loro dimensioni fisiche e spaziali, al loro impatto ambientale, al loro significato in architettura e alle conseguenze sulla nostra vita quotidiana.
Elements: Unique Details of the 20th Century Architecture and Interior (tunnel 56). Per questa mostra, il curatore e storico dell’architettura Adam Štěch ha selezionato migliaia di fotografie dal proprio archivio. Lampade, sedute, tavoli, ringhiere, porte, finestre e altri elementi decorativi o funzionali celebrano l’idea modernista di opera d’arte totale, la cosiddetta Gesamtkunstwerk. Molti di questi oggetti raffinati e dal valore artistico unico, che riflettono il lavoro di architetti famosi e poco conosciuti del XX secolo, sono presenti nella mostra, offrendo una prospettiva completamente diversa sul design e rivelando capitoli inediti della storia dell’arte applicata.
Tent Typologies: A Working Study by Sam Chermayeff (tunnel 142). Un’indagine sulle tensostrutture firmata dall’architetto e designer Sam Chermayeff. Antiche e contemporanee, naturali e tecniche, prive di peso e pesanti, stabili e precarie, le tensostrutture - di cui le tende sono una categoria immediatamente familiare - offrono una chiarezza di forme e articolano le leggi fondamentali della fisica a tutte le scale. Dalla costruzione e dal trattamento dei materiali sospesi ai telai attentamente calibrati, ogni forma cerca l’equilibrio e l’economia a tal punto che “la struttura diventa la sua architettura”, come scrisse l’architetto Horst Berger. Che la ricerca della forma avvenga attraverso l’intuizione tattile o il calcolo, ogni tipologia rivela come le tensostrutture soddisfino i sogni primordiali e modernisti di caducità e permanenza.
Al Tunnel 58 Dropcity inaugura una mostra di architettura curata da Fabrizio Ballabio e Alessandro Bava. Tra i protagonisti: Christian Kerez, Sub studio, Leonardo e Laura Mosso, Bless, Kuehn Malvezzi.
Heritage: Profile4 Profiles (tunnel 60). Lo studio coreano di experience design Archi@Mosphere ha esplorato l’alluminio attraverso una serie di esperimenti, cancellando la sua innata metallicità per utilizzarlo in un’atmosfera incentrata sull’uomo. La mostra svela la profonda ossessione del gruppo di progettazione per le proprietà del materiale, mostrando il potenziale di trasformazione che deriva da questa esplorazione. L’impegno di Archi@Mosphere nel comprendere e rimodellare l’alluminio incarna una filosofia di design.