Ospiti dell'appuntamento, andato in onda venerdì 20 maggio, la presidente della sottocommissione Diritti Umani del Parlamento europeo, il giornalista turco Murat Cinar e la giornalista albanese Klementina Cenkollari
L'allargamento dei confini europei, un tema molto dibattuto che suscita pareri diversi tra gli stessi Stati membri, è tornato di attualità con l'invasione russa dell'Ucraina. Allargamento che assume sempre di più le sembianze di una confederazione, in cui includere Balcani, Caucaso e i Paesi associati al nostro partenariato. Ne abbiamo parlato durante l'undicesima puntata de "L'Europa che vorrei", il programma di Tgcom24 realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo. Tema dell'appuntamento, andato in onda venerdì 20 maggio, anche la Conferenza sul futuro dell'Europa. Ospiti la presidente della sottocommissione Diritti Umani del Parlamento europeo Maria Arena, il giornalista Murat Cinar e la giornalista della albanese MCN TV Klementina Cenkollari.
La Conferenza sul futuro dell'Europa - Come in ogni appuntamento, durante la puntata si è parlato della Conferenza sul futuro dell'Europa, che il 9 maggio, a Strasburgo, ha concluso i suoi lavori. Nei discorsi dei tre presidenti - la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron per il Consiglio - che hanno partecipato alla cerimonia conclusiva, un filo rosso: la volontà di superare il voto all'unanimità anche nelle aree chiave permettendo così un possibile allargamento della sfera europea.
L'allargamento dei confini europei - A proposito di allargamento, Arena ha detto: "Può essere un atto politico - e in questo caso rappresenta un messaggio importante alla popolazione dei Paesi coinvolti -, però non può essere fatto senza regole", spiega Maria Arena.
Fin dai primi giorni della guerra, Zelensky ha portato avanti la richiesta di adesione accelerata di Kiev all'Ue. Un tema che vede molti Paesi favorevoli (tra cui l'Italia) e altri meno. Ma Kiev non è l'unica ad aver fatto una richiesta formale di adesione. Molti altri Stati si stanno mettendo in regola. È corretto dare una corsia privilegiata all'Ucraina? "Il processo non si può accelerare ed è difficile. Per esempio, l'Albania ha chiesto l'adesione nel 2009 e non è ancora totalmente pronta. All'Ucraina dobbiamo far capire che siamo pronti a riceverla, ma deve fare degli sforzi, dei compiti per diventare uno Stato membro", ribadisce Arena.
La situazione dell'Albania - Hanno presentato la domanda di adesione Albania, Serbia, Montenegro, la Macedonia del Nord e la Turchia. L'Albania si sta impegnando per soddisfare i requisiti chiesti da Bruxelles, come dichiara Cenkollari: "Al nostro Paese viene chiesto più lavoro su giustizia, sicurezza, libertà ed elezioni. Ci stiamo lavorando".
Non c'è il rischio che ad allargarsi troppo si rischi di sfilacciarsi? "Sì - dice Arena -. Penso sia necessario cambiare le regole di funzionamento dell'Unione europea".
La Turchia - La Turchia è il candidato che attende da più tempo. "È un Paese molto particolare - spiega Cinar -. Rappresenta anche paure, incertezze, insicurezze per l'Ue. L'adesione della Turchia riguarda anche i Paesi che sono fuori dall'Ue, per cui la sua adesione è diversa rispetto ad altri Paesi. La domande è: 'Se fosse stata inserita nell'Ue la Turchia di 25 anni fa oggi ci saremmo trovati con Erdogan?'". "È difficile dirlo. Sicuramente, la Turchia di adesso non rispetta gli standard europei. Ma questo non vuol dire che quella di domani non lo farà", conclude Arena.