L'intervista alla presidente della Commissione europea
di Leonardo PanettaPresidente von der Leyen, oggi si parla di immigrazione al G7. L'Europa ha raggiunto un accordo sul patto di asilo e migrazione ma molti paesi chiedono un passo ulteriore: lavorare ad accordi con paesi terzi, sul modello Italia Albania. Cosa ne pensa?
Abbiamo una chiara road map stabilita dal patto di immigrazione e asilo che ha fissato le regole in Europa. Però stiamo lavorando anche sulle cause alla base dell'immigrazione, con i paesi di origine e di transito, investendo economicamente per creare posti di lavoro per consentirgli di non partire, nell’educazione e discutiamo con questi paesi su come combattere i trafficanti che portano illegalmente i migranti in Europa ma anche come possiamo stabilire rotte sicure e legali nell’Unione Europea. Questo è quello su cui lavoriamo.
Al vertice è stato raggiunto un importante accordo sull'Ucraina. Ce lo può spiegare?
Una grande parte della nostra discussione è stata sul supporto all'Ucraina e la lotta per la libertà. E il grande messaggio, positivo è che abbiamo 50 miliardi di aiuti in aggiunta per l'Ucraina ed è un messaggio per Putin che non può dividerci ma resteremo accanto a Kiev fino a quando servirà. Ma c'è anche un altro messaggio: non sarà chi paga le tasse in Europa a pagare per i danni provocati dalla Russia ma sarà la Russia stessa, perché questi soldi arriveranno dai profitti degli asset congelati in Europa e quindi è Mosca che paga per il disastro che ha provocato.
E cosa può dire riguardo alla decisione di imporre dazi sulle importazioni di auto elettriche cinesi?
Il messaggio è chiaro. Siamo aperti al mercato globale ma deve essere equo e ognuno deve seguire le stesse regole. C'è molta preoccupazione per la sovracapacità produttiva in Cina grazie ai sussidi pubblici che creano una distorsione del mercato. Di fronte a questo problema noi siamo costretti a prendere rimedi.