Il racconto

"TOGETHER - Europa2024" al Parlamento Ue a Strasburgo: viaggio nel cuore della democrazia europea

Abbiamo parlato con Alberto Fasan, il quale svolge un lavoro cruciale per garantire una comunicazione efficace nell'istituzione: l'interprete di conferenza

di Giorgia Argiolas
24 Ott 2024 - 17:44
 © Tgcom24

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In occasione della sessione plenaria del 21-24 ottobre, "TOGETHER - Europa2024" si è recato nel cuore della democrazia europea: il Parlamento Ue a Strasburgo. È qui, infatti, che, una volta al mese, gli eurodeputati si riuniscono per la seduta plenaria. Ecco di cosa si tratta, che aria si respira nella sede francese durante i lavori e la testimonianza di Alberto Fasan, interprete di conferenza per il Parlamento europeo.

In cosa consiste la sessione plenaria

 Il Parlamento europeo si riunisce in seduta plenaria tutti i mesi (salvo in agosto) a Strasburgo, nel corso di una tornata di quattro giorni (dal lunedì al giovedì). I lavori si concentrano principalmente sulle discussioni e sulle votazioni. Come si legge sul sito dell'Eurocamera, la plenaria è il "momento forte dell'attività del Parlamento europeo" e "rappresenta il punto d'arrivo del lavoro legislativo effettuato in seno alle commissioni parlamentari e ai gruppi politici. La seduta plenaria rappresenta altresì la sede in cui le deputate e i deputati europei - rappresentanti dei cittadini dell'Unione europea - partecipano al processo decisionale comunitario e fanno valere i propri punti di vista presso la Commissione e il Consiglio". La plenaria del Parlamento è composta da 720 deputate e deputati provenienti dai 27 Stati membri e discute in 24 lingue.
 

La plenaria del 21-24 ottobre

 Come si diceva, "TOGETHER - Europa2024" si è recato nella sede del Parlamento europeo di Strasburgo in occasione della plenaria del 21-24 ottobre. Nel corso della sessione, tra le altre cose, Enrico Letta ha presentato il suo rapporto "Much More Than a Market", il Pe ha dato il via libera definitivo a un prestito straordinario fino a 35 miliardi di euro all'Ucraina, da rimborsare con le future entrate derivate da beni russi congelati, e ha adottato in via definitiva nuove regole per migliorare la gestione dello spazio aereo europeo, con più voli diretti, meno ritardi, e sostenendo la neutralità climatica. Il 24 ottobre, inoltre, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha annunciato il vincitore del Premio Sacharov 2024. Durante la plenaria, la sede del Parlamento Ue di Strasburgo è un viavai di parlamentari, giornalisti, tecnici, funzionari e altre persone di svariate professionalità e di diverse nazionalità, ma anche di visitatori e studenti. Un tripudio di culture e multilinguismo. A proposito di multilinguismo, abbiamo incontrato Alberto Fasan, che svolge un ruolo molto importante per garantire una comunicazione efficace nell'istituzione: l'interprete di conferenza.

Il Parlamento europeo parla 24 lingue

 Come si legge sul sito del Parlamento europeo, "il compito principale di ogni interprete del Pe consiste nel riprodurre oralmente, in modo fedele e in tempo reale, gli interventi dei deputati al Parlamento europeo in tutte le lingue ufficiali (24, ndr). È previsto il servizio di interpretazione per tutte le riunioni multilingue organizzate dagli organi ufficiali dell'istituzione. La Direzione generale della Logistica e dell'interpretazione per le conferenze del Parlamento europeo ha un organico di 270 interpreti permanenti e può contare su una riserva costituita da circa 1.500 interpreti esterni accreditati ai quali ricorre con grande regolarità in base alle proprie esigenze". Ecco cosa ci ha raccontato Fasan.

La testimonianza di Alberto Fasan, interprete di conferenza per il Parlamento europeo

 "In questo contesto, il lavoro degli interpreti è quello di trasporre da una lingua verso la propria madrelingua il pensiero degli eurodeputati e delle eurodeputate o di chiunque intervenga al Parlamento europeo. Possiamo essere assegnati fondamentalmente a qualsiasi incontro che abbia luogo qui al Pe. Quindi, si può passare dalle riunioni di commissione a quelle di trilogo fino ad arrivare alla plenaria o in alcuni casi anche alle cosiddette ad personam. Esiste, infatti, la possibilità di essere assegnati a una riunione in cui c'è un solo deputato che ha bisogno di un interprete", ha spiegato Fasan, che interpreta inglese, tedesco, spagnolo, francese e svedese verso la propria madrelingua, l'italiano.

"In generale, il principio di base è la democraticità del processo decisionale del Parlamento europeo: gli eurodeputati e le eurodeputate devono essere in grado di esprimersi nella propria madrelingua e di poter ascoltare gli interventi di tutte le nazionalità che sono qui rappresentate al Parlamento europeo. Questo servizio viene appunto assegnato a noi interpreti, che siamo la voce degli eurodeputati o di chi interviene al Pe", ha aggiunto Fasan, che poi ha raccontato qual è stato il percorso che lo ha portato a svolgere questa professione: "Mi sono laureato all'Università di Trieste con un percorso 3+2: prima ho conseguito la triennale in Mediazione linguistica, poi la specialistica in Interpretazione di conferenza. Lavoro per istituzioni europee da 15 anni, dal 2020 esclusivamente per il Parlamento europeo".

Il lavoro da interprete di conferenza può essere davvero complicato, considerando che colui che lo svolge si trova a dover interpretare gli argomenti più disparati. Abbiamo dunque chiesto a Fasan come si tiene al passo e in cosa consiste il suo aggiornamento costante. "Serve curiosità intellettuale, innanzitutto dal punto di vista linguistico, perché apprendere una lingua è un'avventura che non finisce mai, a cominciare dalla propria. Ci sono sempre nuove espressioni che si possono imparare. Poi, oltre all'aspetto linguistico, che è fondamentale, per noi è importante anche prepararci a livello contenutistico. Quindi, per esempio, informarsi sui punti all'ordine del giorno delle riunioni: se so che mi occuperò di trasporti e di turismo e, in particolare, delle vie navigabili interne dell'Unione europea, cercherò di capire di che cosa si tratti e quali possano essere i punti di discussione tra i vari deputati. Dunque, fondamentalmente, non ci si ferma mai. Per questo ritengo sia fondamentale l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, che è una delle politiche principali dell'Unione europea. D'altronde, si impara costantemente qualcosa, soprattutto qui al Parlamento europeo, visto che seguiamo in diretta discussioni su argomenti che possono riguardare svariati ambiti, dall'agricoltura alla cultura fino ai trasporti e alla geopolitica", ha proseguito l'interprete.

Anche la comunicazione non verbale è molto importante per gli interpreti. Fasan ha affermato che "per noi è fondamentale avere accesso alla visione dell'oratore o dell'oratrice visto che il tono di voce e, soprattutto, l'espressione del volto o eventualmente anche dei gesti del corpo per noi sono elementi che trasmettono un messaggio. Ad esempio, l'ironia spesso viene espressa attraverso un particolare atteggiamento corporeo o una particolare smorfia. L'insieme di linguaggio verbale e non verbale consente di capire la vera intenzione comunicativa dell'oratore o della oratrice".

Cosa succede se un interprete non capisce quello che deve tradurre? Fasan ha risposto a questa domanda spiegando che "è vero che nel momento in cui un interprete lavora, soltanto lui ha il microfono acceso. Tuttavia, ci tengo a sottolineare che si tratta di un lavoro di squadra. Non si è mai soli in cabina: i colleghi e le colleghe sono lì per aiutare in caso di difficoltà, di discorso letto alla velocità della luce o di una sfilza di numeri. Una presenza fondamentale per il risultato del processo interpretativo".

Fasan inoltre ha sottolineato che "da un punto di vista etico, l'interprete deve essere neutro, nel senso che non ci si può assolutamente consentire di esprimere un eventuale punto di vista su quanto si sta interpretando. Durante il mio lavoro, infatti, io sono la voce di un oratore o di un'oratrice che può anche avere posizioni politicamente agli antipodi delle mie. La neutralità dell'interprete è fondamentale: qualsiasi deputato o qualsiasi oratore deve potersi fidare di essere interpretato nel modo più fedele possibile al messaggio espresso".

Infine, Fasan, parlando non più in veste di interprete, ma di cittadino ha concluso dicendo che "per me è entusiasmante lavorare al Parlamento europeo perché si impara sempre qualcosa, ci si rende conto che ci sono infinite possibilità di apprendimento. Inoltre, è una fonte immensa di soddisfazione civica, nel senso che avere accesso in modo così diretto alle decisioni mi consente di avere una visione più globale della politica europea e anche di quella nazionale e questo per me non ha assolutamente valore, è inestimabile".

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