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Ue, dal rapporto sulla competitività di Mario Draghi alla nuova Commissione | Guarda la diciottesima puntata di "TOGETHER - Europa2024"

L'approfondimento, realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, è andato in onda mercoledì 18 settembre. Ospiti dell'appuntamento: Irene Tinagli, europarlamentare Pd, e Massimiliano Salini, europarlamentare FI

18 Set 2024 - 17:11

Dal rapporto sulla competitività di Mario Draghi alla nuova Commissione europea. Questi gli argomenti affrontati durante la diciottesima puntata di "TOGETHER - Europa2024", il progetto multimediale di Tgcom24 in collaborazione con il Parlamento europeo. All'appuntamento, andato in onda mercoledì 18 settembre, hanno partecipato Irene Tinagli, europarlamentare Pd, e Massimiliano Salini, europarlamentare FI.

Il rapporto sulla competitività di Mario Draghi

 Martedì, durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, Mario Draghi ha presentato in Aula il suo rapporto per rafforzare la competitività dell'Europa.

"Molte delle proposte sono abbastanza concrete, non richiederebbero modifiche dei Trattati o percorsi particolarmente complessi. Il problema è: come le finanziamo? Attualmente - e questo è il richiamo più urgente che ha fatto Draghi, ma quello su cui mi sembra ci sia meno possibilità all'ascolto - l'Europa non ha le risorse per farlo. Quindi, il vero scossone sarebbe avere un bilancio europeo veramente forte, risorse proprie per l'Ue e un debito comune. Draghi è stato molto chiaro e netto, ma molte forze politiche su questo fronte non ci sentono. Quindi, vedo un problema più di realizzabilità politica che tecnica", ha commentato Tinagli.

"Sostanzialmente, il rapporto Draghi riassume molte delle priorità che erano già state poste sul tavolo, ma che non avevano ancora trovato una sorta di composizione coerente dentro un unico grande testo che mettesse insieme gli obiettivi e anche gli strumenti per raggiungerli. L'individuazione delle priorità è stata fatta con attenzione, con anche dovizia di dettagli. Gli strumenti per ottenere il risultato sono complessi. Ci sono dei Paesi, più che dei partiti, che hanno manifestato la loro difficoltà a sostenere la fatica necessaria a dare questa spinta forte al mercato europeo dentro al mercato globale. In particolare, la Germania si è distinta per esprimere dubbi, come al solito, regressivi, dal mio punto di vista. C'è un equivoco forte, che più che i partiti alcuni Paesi devono chiarire e a quel punto avremo la forza per dare concretezza anche ai suggerimenti, che non sono scolpiti nella pietra, ma sono ottimi, che arrivano dal report Draghi", ha detto Salini.

La nuova Commissione europea

 Sempre martedì, la presidente Ursula von der Leyen ha presentato la struttura della nuova Commissione. Il commissario designato dall'Italia, Raffaele Fitto, è stato nominato vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme. Ora, i commissari designati dai Paesi membri si sottopongono alle audizioni del Parlamento europeo. Al termine del ciclo di audizioni, il Pe, a maggioranza semplice, decide se approvare la nomina del nuovo collegio dei commissari per un mandato di cinque anni.

"L'Italia ha un portafoglio meno rilevante rispetto alla precedente legislatura, ma il candidato che probabilmente verrà confermato a svolgere il ruolo, cioè il commissario Fitto, ha una posizione più rilevante rispetto al passato. Quindi, l'Italia era in ottima posizione prima ed è in ottima posizione adesso. Ad ogni modo, quanto si conta lo si definisce con il lavoro quotidiano che si fa all'interno delle istituzioni. Sono certo che Fitto farà il suo dovere, come Gentiloni ha fatto il suo. A questo punto, il tema vero - e parlo da esponente del Ppe - è capire se questa Commissione così fortemente popolare sarà in grado di dimostrare un nuovo passo sui temi centrali rispetto alla precedente Commissione: uno sviluppo economico che consideri la tutela dell'ambiente, ma che non distrugga l'economia di questo Continente, l'autonomia strategica, partite centrali e geopolitiche come quella della difesa. Insomma, su tutti quei temi su cui abbiamo chiesto agli elettori di darci fiducia dicendo anche che avremmo fatto qualcosa di nuovo rispetto al passato", ha aggiunto Salini.

"Noi non abbiamo mai espresso nessun tipo di pregiudizio, di ostilità. Anzi, ci sono la consapevolezza e il desiderio che in Europa l'Italia sia rappresentata ai massimi livelli e con la rilevanza e il peso politico che merita. E da questo punto di vista a me un po' dispiace che il nostro Paese abbia perso il portafoglio dell'Economia, che nei prossimi anni sarà cruciale proprio per il tema del sostegno agli investimenti, alla crescita, all'implementazione del nuovo Patto di stabilità. Insomma, tutte cose che per un Paese come l'Italia sarebbero state fondamentali. Comunque, nessun pregiudizio sulla persona di Fitto, che è di grande esperienza e con cui molti di noi hanno già avuto modo di collaborare, ma il nodo politico che hanno sollevato i socialisti europei è quello che riguarda la realizzazione e l'implementazione di un programma europeo ed europeista. Noi a luglio abbiamo votato un programma della von der Leyen che non era stato sostenuto dai Conservatori, la famiglia politica a cui appartiene Fitto. Sarà dunque necessario capire poi se il commissario si adopererà per realizzare quel tipo di programma", ha concluso Tinagli.

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