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L'ultima plenaria prima del voto: l'appuntamento speciale dal Parlamento europeo | Guarda la tredicesima puntata di "TOGETHER - Europa2024"

L'approfondimento, realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, è andato in onda giovedì 25 aprile. Ospiti dell'appuntamento: Carlo Fidanza, capo delegazione Fdi-Ecr al Parlamento europeo; Brando Benifei, capo delegazione Pd al Parlamento europeo; Marco Campomenosi, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Nicola Danti, europarlamentare Italia Viva - Vicepresidente Renew Europe

25 Apr 2024 - 16:27

La tredicesima puntata di "TOGETHER - Europa2024", il progetto multimediale di Tgcom24 in collaborazione con il Parlamento europeo, è stata realizzata direttamente da Strasburgo ed è incentrata sull'ultima plenaria prima del voto di giugno. Durante l'appuntamento, si sono alternati diversi ospiti: Carlo Fidanza, capo delegazione Fdi-Ecr al Parlamento europeo; Brando Benifei, capo delegazione Pd al Parlamento europeo; Marco Campomenosi, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Nicola Danti, europarlamentare Italia Viva - Vicepresidente Renew Europe.

Durante l'ultima plenaria di questa legislatura, sono stati affrontati diversi temi: dal Patto di Stabilità alle misure connesse al Green Deal fino alla violenza contro le donne e alla de-escalation in Medio Oriente. 

Patto di stabilità - Durante la plenaria, è stato approvato il nuovo Patto di stabilità. "Abbiamo espresso il nostro voto su una versione del Patto migliorata rispetto al passato, ma, a nostro avviso, non a sufficienza. Complessivamente, la giudichiamo un'occasione persa, motivo per cui Fratelli d'Italia - ma anche gli altri partiti del centrodestra - si è astenuto sul voto finale. Si doveva avere molto più coraggio nel superare in maniera definitiva la stagione dell'austerità, andare verso una governance finanziaria molto più flessibile che potesse consentire di valorizzare gli investimenti, a maggior ragione quelli che vengono richiesti dalle politiche europee. Penso proprio a quelli connessi alla doppia transizione, ecologica e digitale, ma anche a quelli sulla difesa, in un momento in cui viene chiesto agli Stati membri e all'Europa nel suo complesso di fare di più, a partire dal sostegno all'Ucraina. Ecco, di questo c'è soltanto un piccolo accenno che è stato ottenuto proprio grazie all'azione negoziale del governo italiano. Ci auguriamo che si possa aprire una finestra nella prossima legislatura per poter modificare queste norme e scegliere finalmente la stagione dello sviluppo, del debito buono e non più la stagione dell'austerità, che dobbiamo lasciarci alle spalle", ha dichiarato Fidanza. 

Green Deal e intelligenza artificiale - Benifei ha invece parlato delle misure connesse al Green Deal: "In questa legislatura, è stato fondamentale riuscire a dare una risposta alla preoccupazione dei nostri cittadini che vedono temperature sempre più alte, fenomeni climatici sempre più impattanti e la siccità che colpisce i nostri agricoltori. L'Unione europea ha lavorato per salvare l'economia, il lavoro e lo sviluppo del nostro continente. Dovremmo continuare ad andare avanti perché girare la testa dall'altra parte e buttare la polvere sotto il tappeto non è un'opzione. Abbiamo bisogno di un'Europa unita per rispondere alle sfide competitive, come quella dell'intelligenza artificiale". E, a proposito di intelligenza artificiale, Benifei - che è stato uno dei relatori dell’AI Act - ha aggiunto: "Il pacchetto dovrà essere implementato. Le regole che abbiamo approvato sono le prime al mondo, ma non abbiamo inventato molto. Sono delle regole che sono già applicate in via volontaria e in larga misura ovunque, nel privato e nel pubblico. Quello che abbiamo deciso di fare è dare loro una sistemazione e renderle obbligatorie. Chiaramente non basta impostare delle regole, serve una politica industriale dell'intelligenza artificiale. Abbiamo bisogno di ricerca comune e investimenti. Serve uno sforzo europeo, ma anche dei governi nazionali". 

Dossier migratorio - Non era all'ordine del giorno della plenaria, però, dopo l'approvazione del nuovo Patto su migrazione e asilo di due settimane fa, i riflettori sono ancora puntati sul dossier migratorio. "Purtroppo, il Patto migrazione e asilo non è sufficiente a superare Dublino, anche se il governo si è battuto tantissimo. Il voto era su dieci differenti regolamenti, alcuni li abbiamo approvati, altri, compreso quello principale che non supera purtroppo i vincoli e i limiti di Dublino, cioè quello sui Paesi di prima accoglienza, no. Sapevamo che c'erano degli scontri forti, che c'era l'impossibilità di arrivare a un testo migliore di questo. Abbiamo lavorato con la nostra coordinatrice nella commissione che ha seguito il dossier fin dall'inizio della legislatura. A mio avviso, chi ha voluto chiudere questo pacchetto adesso lo ha fatto per necessità comunicativa, cioè per comunicare che il tema è risolto, quando invece se nelle ultime settimane abbiamo ottenuto dei miglioramenti, per esempio tra Nordafrica e Sicilia, lo dobbiamo agli sforzi quasi solitari del governo italiano. Lo stesso vale per gli accordi bilaterali e non solo, anche con fondi europei, con la Tunisia. Speriamo che presto anche sul lato libico ci possano essere novità, perché in Libia sono presenti tutti - dai russi ai turchi - tranne noi", ha affermato Campomenosi.  

"L'immigrazione è una risorsa, ma va regolamentata. C'è un capitolo che non è stato toccato dal Patto: il ruolo che dobbiamo svolgere nei nostri frontalieri, cioè in Africa. È un tema che dobbiamo affrontare se vogliamo iniziare a lavorare dove la migrazione parte. Il pacchetto che è stato approvato è sicuramente un passo avanti, però ha misure che non sono degne di uno Stato democratico. Per questo, anche noi abbiamo votato in maniera contraria alcuni dei provvedimenti. Non abbiamo fatto passi avanti perché c'è un pezzo d'Europa che non accetterà mai quello che per noi è un principio cardine, cioè che quando uno arriva in un Paese come l'Italia non arriva in Italia ma in Europa, e che quindi dobbiamo avere una redistribuzione dei migranti in maniera equa in tutti gli Stati europei. È stato fatto un primo tentativo, discutiamo di questo provvedimento da 10 anni, però, purtroppo ci scontriamo con la volontà di alcuni Paesi che preferiscono l'egoismo nazionale ad affrontare in maniera seria e compiuta un tema che non è finito e che riguarderà anche i prossimi anni", ha concluso Danti.

Verso il voto di giugno - Durante la puntata, è andata in onda anche un'intervista realizzata a Jaume Duch. Il portavoce del Parlamento europeo ha parlato dell'importanza del voto di giugno e di scenari futuri. "Andare a votare oggi è più importante che mai. Non si può neanche fare il confronto con cinque anni fa. Votare è una delle forme più evidenti per rafforzare la democrazia", ha detto. 

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