L'intervista al fondatore

I ragazzi di PizzAut (vincitore del Premio del Cittadino europeo 2023) sono andati al Parlamento europeo e hanno cucinato per gli eurodeputati

"Un'esperienza straordinaria", racconta a Tgcom24 il fondatore della pizzeria che impiega ragazzi con autismo Nico Acampora. E sul Premio ricevuto nel 2023 dice: "Un'emozione e una soddisfazione enorme"

di Giorgia Argiolas
02 Feb 2024 - 17:51
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A fine gennaio, i ragazzi di PizzAut (la prima pizzeria gestita interamente da ragazzi autistici con sede a Cassina de' Pecchi, Milano, e a Monza, vincitrice del Premio del cittadino europeo 2023) e il fondatore Nico Acampora sono volati a Bruxelles per un'iniziativa speciale. Hanno preparato e servito pizze a circa 200 eurodeputati del Parlamento europeo. All'evento ha preso parte anche la presidente Roberta Metsola. "Un'esperienza straordinaria", spiega a Tgcom24 Acampora, che ci ha raccontato le emozioni vissute in quell'occasione e cosa ha significato vincere il Premio del cittadino europeo (un riconoscimento che ogni anno viene assegnato dal Parlamento europeo ai cittadini o alle associazioni che incoraggiano la comprensione reciproca e l'integrazione tra le persone nell'Unione europea, la cooperazione transfrontaliera volta a rafforzare lo spirito europeo, e i valori e i diritti fondamentali della Ue).

Acampora, com'è stato portare i ragazzi al Parlamento europeo e cucinare per gli eurodeputati?

È stata un'esperienza straordinaria. Il motivo principale della nostra visita era sensibilizzare rispetto al fatto che in Europa ci sono oltre 6 milioni di persone autistiche e che negli Stati membri non ci sono legislazioni adeguate. Tanto è vero che, nella maggior parte dei Paesi, mancano le terapie e che ragazzi e ragazze con autismo sono esclusi dal mondo del lavoro. Solo in Italia, ci sono 600mila persone autistiche e quelle che svolgono una professione si contano sulle dita di una mano. Abbiamo riscontrato una grande attenzione. D'altronde, il Parlamento europeo, nel 2023, mi ha nominato cittadino d'Europa.

A questo proposito, cosa ha significato per PizzAut vincere il Premio del cittadino europeo?
Portare all'attenzione di chi fa le leggi la questione dell'autismo. E poi, certo, un'emozione e una soddisfazione enorme, perché è un riconoscimento importante di un percorso faticoso che io e altre famiglie stiamo facendo per costruire occasioni di lavoro e per sensibilizzare sul tema. Ad esempio, incontriamo centinaia di studenti perché i nostri figli (Acampora ha un figlio autistico, ndr) sono le vittime di bullismo per eccellenza. Inoltre, di recente, abbiamo fatto formazione ai medici e agli infermieri dell'ospedale San Raffaele di Milano per fare in modo che accolgano nel modo giusto i pazienti autistici. Essere arrivati in Europa è sicuramente importante perché significa che siamo sulla buona strada - anche se è ancora lunghissima - e ci consente di parlare con i legislatori a più alti livelli.

Non era la prima volta di PizzAut al Parlamento europeo. Siete andati, appunto, anche in occasione della consegna del Premio del cittadino europeo…

Sì, è stato emozionante. Sono state due esperienze molto diverse. A ritirare l'onorificenza sono andato da solo. Invece, questa seconda volta, sono andato con i ragazzi, i quali hanno potuto dialogare con i parlamentari europei. Un atto non scontato: non sempre si dà la parola alle persone autistiche. Inoltre, a volte le istituzioni fanno fatica in questo senso, interloquiscono più con le associazioni e con i genitori. Al Parlamento europeo erano presenti giovani dalle caratteristiche diverse: alcuni faticavano con la verbalizzazione, altri, invece, erano molto adeguati e si sono confrontati con i parlamentari europei. La cosa più straordinaria è stata, oltre alle parole - come dico sempre, noi non facciamo solo chiacchiere, anzi noi facciamo pizza -, cucinare per i deputati, i quali hanno toccato con mano le competenze dei ragazzi. Infatti, tutti hanno detto che la pizza era straordinaria e che il servizio era ottimo. Anche la presidente Metsola è passata a salutarci. Inoltre, uno dei miei ragazzi ha suonato il violino: si tratta di Andrea, un cameriere di PizzAut, che non sapeva né leggere la musica né suonare, poi lo strumento è diventato il suo interesse assorbente - come succede per le persone autistiche - e in pochi mesi ha imparato. In quattro giorni, ha appreso l'Inno alla gioia e quando l'ha suonato per i parlamentari europei è stato bellissimo. Si sono alzati tutti in piedi, alcuni commossi. È stata un'esperienza toccante. Ma, forse, il momento più emozionante è stato quando Beatrice - una 19enne autistica, ipovedente e albina - ha detto, in inglese, a tutti i deputati: "Ricordatevi queste tre parole: dignità, inclusione e lavoro. E tenete a mente che le persone autistiche prima di essere disabili sono persone".

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