L'approfondimento, realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, è andato in onda venerdì 17 novembre. Ospiti dell'appuntamento: Massimiliano Salini, europarlamentare FI, Giuseppe Sabella, direttore del think tank Oikonova, e Patrizia Toia, europarlamentare Pd e vicepresidente della Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia del Parlamento europeo
Nella seconda puntata di "TOGETHER - Europa2024", il nuovo progetto multimediale di Tgcom24 realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo che vi porterà fino alle elezioni europee del 2024, si è parlato di sicurezza energetica, terre rare, materie prime critiche e autonomia strategica dell'Europa. Temi cruciali per l'Unione europea, che abbiamo affrontato con Massimiliano Salini, europarlamentare FI, Giuseppe Sabella, direttore del think tank Oikonova, e Patrizia Toia, europarlamentare Pd e vicepresidente della Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia del Parlamento europeo.
Sicurezza energetica - Quando il 7 ottobre Hamas ha attaccato Israele, il prezzo del petrolio è aumentato del 6% in poche ore, arrivando a toccare i 90 dollari a barile. Dopo quello generato dalla guerra in Ucraina, l'Occidente rischia un nuovo shock energetico? L’Europa sarebbe in grado di affrontarlo? Per Toia "deve essere in grado. Possiamo far fronte ai prossimi anni con un certo grado di sicurezza sull’approvvigionamento. Le misure emergenziali sono state adottate. Inoltre, l’Europa ha messo in campo molte politiche per diversificare fornitori e fonti. Dobbiamo abbandonare il più velocemente possibile i fossili e soprattutto l’idea che dobbiamo rifornirci da uno o da pochi Paesi, perché questo ci espone a una situazione di rischio proprio della sicurezza dell’approvvigionamento. Abbiamo imparato la lezione e stiamo facendo la nostra parte".
Salini si aggancia al discorso dicendo che gli accordi di fornitura energetica "devono essere fatti sulla base di due criteri: il primo è quello di individuare Paesi amici (si deve trattare di Stati al cui interno la situazione politica sia potenzialmente stabile, perché l’instabilità produce effetti negativi su tutta la catena, compresa quella economica) e il secondo è quello di preferire Paesi vicini. L'elemento centrale però nella definizione di una strategia a questo riguardo è capire come si vuole usare l’energia. Se si vuole continuare a essere un continente manifatturiero ci vuole sicurezza energetica oltre che sostenibilità. Quindi l’energia ci serve sempre, non si può pensare di chiudere le centrali a gas. Dunque, ci vuole, da un lato, strategia industriale e, dall’altro, i due suddetti criteri".
Le terre rare, cosa sono e a cosa servono - La discussione si è poi incentrata sulle terre rare. Si tratta di elementi di difficile estrazione dal terreno che servono per le energie rinnovabili (fotovoltaico ed eolico), per il digitale (smartphone e televisori), per la mobilità elettrica (auto ibride) e per la difesa e l’eurospazio (droni e satelliti). Il 38% delle terre rare nel mondo si trova in Cina. Il tasso di dipendenza dell’Ue nei confronti della Cina tocca il 98% per le terre rare pesanti e il 99% per le terre rare leggere.
“La Cina ha iniziato un programma di grande lungimiranza sulle terre rare negli anni ‘80, con Deng Xiaoping. Ha investito nel settore ai tempi capendo la potenza del digitale. Noi un programma serio di questo tipo lo stiamo facendo in questi anni”, spiega Sabella, che poi aggiunge: “Continuiamo a raccontare la transizione verde come un processo di attenzione all’ambiente. Sostanzialmente, però, oggi la transizione è un grande processo di costruzione economica: gli investimenti si stanno spostando dal carbon fossile all’energia rinnovabile soprattutto per ragioni di business. Se guardiamo la transizione in questo modo cominciamo dunque a capire che la spinta regolatoria che arriva dall’Europa non è dei burocrati ma dei grandi costruttori di auto, per esempio".
L’Europa si è messa al lavoro sulle terre rare soprattutto negli ultimi mesi, come spiega il corrispondente Mediaset da Bruxelles Leonardo Panetta: “Per colmare il ritardo di cui parlava Sabella e la forte dipendenza, l’Europa si è mossa con il Critical Raw Materials Act, regolamento che ha l’obiettivo di aumentare fino al 10% l’estrazione, di portare al 15% il riciclo e di aumentare al 40% la lavorazione di queste materie. C’è stato un primo accordo tra Parlamento e Consiglio, si voterà poi nella Commissione competente. L’obiettivo è arrivare a un via libera definitivo entro la fine di questa legislatura”.
"Dobbiamo essere consapevoli che questa dipendenza crescerà perché la necessità di queste materie è in costante aumento proprio per effetto delle scelte che abbiamo fatto di lotta al cambiamento climatico. Da qui la strategia europea. Dobbiamo creare delle relazioni commerciali più attente di quelle che abbiamo stipulato in passato”, commenta Toia. "Stiamo consegnando la nostra sostenibilità nelle mani di chi la sostenibilità non l’ha mai costruita. Dobbiamo decidere di studiare una strategia di sviluppo che diffonda le nostre buone pratiche in termini di sostenibilità”, aggiunge Salini. "Credo che l’obiettivo principale dei programmi di transizione sia l’autonomia strategica, industriale ed energetica. Dal punto di vista energetico, secondo me abbiamo fatto un lavoro incredibile", conclude Sabella.
Europa Experience - Infine, ci siamo recati a Europa Experience, uno spazio espositivo interamente dedicato all'Ue che si trova in Piazza Venezia, a Roma, promosso da Commissione e Parlamento, dove abbiamo incontrato Carlo Corazza, direttore dell'Ufficio del Parlamento europeo in Italia. "L'Europa è una grande democrazia e la linfa vitale della democrazia è la partecipazione dei cittadini. Affinché questo succeda, dobbiamo mettere le persone in condizione di essere informate e di capire come funziona l'Unione europea. Ecco, qui possono farlo: è la loro casa", afferma Corazza.