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Un'Europa stretta tra due guerre | Guarda la diciannovesima puntata di "TOGETHER - Europa2024"

L'approfondimento, realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, è andato in onda giovedì 17 ottobre. Ospiti dell'appuntamento: Giorgio Gori, europarlamentare Pd; Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Michela Mercuri, docente di Geopolitica del Medio Oriente all'Università di Padova

17 Ott 2024 - 17:52

Ucraina e Medio Oriente. L'Europa è stretta tra due guerre. In questo delicato contesto internazionale, che ruolo ha e avrà l'Unione europea? Ne abbiamo parlato durante la diciannovesima puntata di "TOGETHER - Europa2024", il progetto multimediale di Tgcom24 in collaborazione con il Parlamento europeo. Ospiti dell’appuntamento, andato in onda il 17 ottobre, Giorgio Gori, europarlamentare Pd; Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Michela Mercuri, docente di Geopolitica del Medio Oriente all'Università di Padova.  

Che Europa dovrà essere? - "Auspico un'Europa più coesa di quanto non sia stata in questi mesi, più capace di far sentire la sua voce sulla scena internazionale - commenta Gori -. Ovviamente, l'Europa deve mantenersi fortemente ancorata alle relazioni atlantiche perché da sola, a mio avviso, non ha potere di incidere sugli eventi. Tuttavia, in questi mesi e, purtroppo, in molte occasioni, soprattutto sul tema del Medio Oriente, abbiamo visto i Paesi membri andare ognuno nella propria direzione. Ho avuto modo di ascoltare un discorso molto serio e credibile di Josep Borrell (Alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, ndr), e lui è molto consapevole dei limiti del suo operato, determinato proprio dal fatto che quasi mai si è trovato a rappresentare l'Unione europea nella sua unità ai tavoli nelle relazioni internazionali che ha perseguito in questi anni. Non ho delle ricette. Ma credo che l'obiettivo sia far cessare il prima possibile i conflitti in questione con esiti, però, giusti. Questo vale tanto per l'Ucraina, invasa dall'esercito russo, per la quale non è considerabile una resa, quanto per il fronte mediorientale, con il reciproco riconoscimento e rispetto del popolo israeliano e di quello palestinese. Purtroppo, oggi siamo molto distanti da questo risultato". 

"Serve un bagno di realismo, visto che da quando è stata istituita la figura dell'Alto rappresentante per gli Affari esteri non abbiamo avuto grandi risultati. Non credo che queste mancanze siano dovute a figure non all'altezza. Essendo in presenza di una pluralità di interessi da parte di tanti Stati, poi fare sintesi e quindi andare nella direzione di una politica estera unica o di una difesa unica in questa fase è molto problematico. Per cui, penso che dovremmo dimenticare la visione eurocentrica, perché negli ultimi anni abbiamo perso tanto terreno dal punto di vista economico e questa dinamica ha delle ripercussioni anche sulla capacità di investimento. Basta pensare che del centinaio di miliardi di euro investito in difesa dallo scoppio della guerra in Ucraina il 78% è stato destinato a fornitori americani. Per cui, abbiamo anche una debolezza strategica, una debolezza a livello industriale che poi chiaramente ha delle ripercussioni negative e va a ridimensionare quelle che potrebbero essere le ambizioni dell'Unione europea – sottolinea Borchi -. Credo che quello che dovremmo fare nei prossimi anni è riuscire a evidenziare con una certa lucidità gli ambiti dove effettivamente il fatto di mettere in comune gli sforzi può portare a un valore aggiunto europeo".

"Da un punto di vista internazionale, se non è unita, l'Europa perde di credibilità. Lo sta facendo già ora. Nel teatro mediorientale è totalmente assente, ogni Paese si muove per conto proprio. Quindi si parla di singoli Stati e non di Unione europea. La stessa disunione l'abbiamo vista, seppur in maniera minore, nella questione ucraina. Perché accade questo? Perché gli Stati fanno molta fatica a cedere la loro sovranità in termini di politica estera e di interessi nazionali, e soprattutto devono rispondere a popolazioni che hanno esigenze diverse", spiega Mercuri. 

Guerre e migrazione - Una delle conseguenze delle guerre è la migrazione. Un conflitto che ha causato un'importante ondata migratoria è quello in Ucraina. Secondo il Global Trends Report 2023 dell'Unhcr, dal 24 febbraio 2022 al 1° ottobre 2024, in Europa sono stati registrati 6 milioni di rifugiati ucraini. Di questi, 4,3 milioni sono sotto la protezione temporanea dell'Unione europea.

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