Andrea Dulio, promoter ed ex discografico, racconta a Tgcom24 una serie di episodi che legano il nostro Paese ai due fratelli di Manchester che fondarono gli Oasis
di Laura Gioia© tgcom24
A quasi dieci anni dalla rottura, il mondo è ancora diviso tra chi li ama e chi li odia. C'è chi li vorrebbe di nuovo insieme e chi no. Chi preferisce Liam a Noel e vice versa. Nati negli scantinati dei palazzi popolari di Manchester e arrivati in poco tempo a organizzare concerti epici come Knebworth '96 – dove si esibirono davanti a un pubblico di 250 mila persone -, gli Oasis sono oggi considerati emblema assoluto del britpop. Ma quella dei fratelli Gallagher non è solo una band che ha riempito gli stadi: è un gruppo che ha cambiato il suono di un'intera generazione, scrivendo a tutti gli effetti una pagina fondamentale di storia della musica che tocca anche il nostro Paese. “Il loro legame con l'Italia è molto forte e non si limita all'aspetto professionale” spiega a Tgcom24 Andrea Dulio, ex discografico che si occupa di marketing e promozione di numerosi artisti italiani e internazionali. Fra questi anche gli ex Oasis Noel e Liam Gallagher, con cui è lavora ed è amico da quasi venticinque anni.
Che ruolo ha nelle vite di Noel e Liam Gallagher? Li conosco dal 1994, l'anno in cui dalla EMI passai alla Sony. Ricordo perfettamente che, dopo averli ascoltati per la prima volta, coi colleghi ci guardammo come a dire: “qui siamo davanti a qualcosa di grosso”. Col tempo la relazione professionale si è trasformata in amicizia e nel 2010, quando ho lasciato la Sony, sono stati loro a volermi come promoter e responsabile marketing in Italia. Essendo musicalmente più attivo, Noel è quello che sento più spesso, ma ho un bellissimo rapporto anche con Liam.
Andrea, lei è diventato un punto di riferimento per due musicisti che, in passato, sono stati criticati per il loro carattere non sempre gestibile. Come ci è riuscito? Noel e Liam sono due persone fantastiche. Non mi interessa cosa si legge in giro: con me si sono sempre comportati correttamente, da amici. E lo stesso vale per tutti quelli a cui vogliono bene. In questi anni ne abbiamo passate tante, non ultima la rottura del 2009: fui tra i primi a saperlo perché andai a prendere Liam all'aeroporto il giorno dopo il litigio con Noel. Quando lo vidi capii che era successo qualcosa di grave, è stato un momento molto triste e anche se mi sembrava tranquillo non gli dissi niente. Di prassi non faccio mai domande, se vogliono mi raccontano loro. E forse è anche per questo che si fidano così tanto di me.
Da sempre i fratelli Gallagher hanno un legame stretto con l'Italia, un qualcosa che va oltre i concerti o le semplici attività promozionali. Perché il nostro Paese è così speciale per loro? L'Italia è come una seconda casa, un posto dove trascorrere le vacanze e stare bene. Ci vengono sempre volentieri, anche quando si tratta di lavoro. Negli anni hanno instaurato un rapporto solido con la stampa e con alcuni giornalisti la fiducia è totale: questo perché li abbiamo sempre trattati come se non fossero stranieri. A livello promozionale, infatti, decidemmo di gestire gli Oasis come una band italiana, facendoli venire spesso e non solo all'uscita di un album o di un singolo. Una scelta azzeccata che ci ha permesso di fare di tutto, dalle interviste televisive a quelle radiofoniche, senza dimenticare le numerose apparizioni nelle trasmissioni più seguite.
Tra gli artisti italiani c'è qualcuno che hanno avuto modo di apprezzare? Sicuramente Omar Pedrini è quello che conoscono meglio. Noel gli ha persino “regalato” una canzone da tradurre, Simple game of a genius, poi inserita nell'ultimo album “Come se non ci fosse un domani”. I due in passato avevano già avuto contatti musicali perché Omar aveva aperto alcuni suoi concerti.
Cosa amano fare Noel e Liam quando sono in Italia?
Di tutto. Vanno matti per la cucina e per l'abbigliamento, specie i brand ricercati. Se siamo al ristorante e la trova sul menu, Liam prende sempre la pasta alla “bolognese”, il nostro ragù per intenderci. Noel invece adora il pesce: dopo il concerto agli I-Days lo abbiamo portato a mangiare dallo chef Carlo Cracco, gli è piaciuto tantissimo.
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E il calcio? Con Alex Del Piero è nata una bella amicizia.
Quello merita un capitolo a parte! Noel è un tifoso sfegatato del Manchester City, ma quando è in Italia sta per la Juventus, la mia squadra del cuore. Dopo le partite ci scambiamo sempre degli sms, senza risparmiarci insulti affettuosi e prese in giro: è come se messaggiassi con il mio migliore amico. Alex, che è un grande appassionato di rock, gliel'ho presentato io: lo conobbi mentre lavoravo alle compilation per Juve, Inter e Milan. Con entrambi i Gallagher è nata una splendida amicizia, figuriamoci che una volta Liam, togliendosi di tasca delle sterline, le offrì ad Alex chiedendogli quanto voleva per andare a giocare nel City!
Altri aneddoti?
Sempre sul calcio: ai mondiali del 2006 portai Noel a vedere Italia-Germania, partita che ancora oggi lui ricorda come la più bella che abbia mai visto. Segnato il secondo gol, Del Piero si ferma a esultare in un punto preciso del campo: proprio sotto a dove eravamo seduti io, Noel e sua moglie Sonia. Finito il match andai con Noel a salutare la squadra e i giocatori lo invitarono alla finale dicendogli: “tu ci porti fortuna!”. Il resto è storia.
L'aspetto che più ti sta a cuore dell'amicizia con i Gallagher? Con Noel è sicuramente la quotidianità. Ci sentiamo quasi tutti i giorni ed è come se sentissi il mio migliore amico: è qualcosa di impagabile e non vi rinuncerei per niente al mondo. Insieme a Liam ho mille ricordi, per esempio di quando andammo al matrimonio di Zak Starkey - figlio di Ringo Starr e per un periodo batterista degli Oasis – a Cernobbio: fu una giornata incredibile, ci divertimmo tantissimo. Oppure di quando, entrato in un noto negozio d'abbigliamento, comprò decine di scarpe tutte uguali: erano mocassini di pelo leopardato, stranissimi, di quel genere che io non metterei mai. Uscendo i commessi ci ringraziarono per aver “risolto un problema di stock” nel magazzino.
Negli ultimi mesi tra i fan si parla sempre più di una reunion. Gli Oasis torneranno insieme?
No comment. Posso solo dire che, anche qualora decidessero di riunirsi, nessuno potrà più viverli come vent'anni fa. Chi c'era, dal '94 in poi, sa a cosa mi riferisco. Una simile epoca non si ripeterà mai più e a me, in fondo, va bene così.