Al Teatro Franco Parenti di Milano va in scena il testo di Daniel Glattauer. A Tgcom24 ne ha parlato la protagonista Chiara Caselli
di Antonella Fagà© ufficio-stampa
"Le parole sono come baciare, ma senza labbra...". Lo scrive Leo a Emmi in "Le ho mai raccontato del vento del Nord", romanzo epistolare in chiave moderna del geniale scrittore e giornalista austriaco Daniel Glattauer, che approda sotto forma di pièce, con la regia di Paolo Valerio, al Teatro Franco Parenti di Milano, dal 18 al 23 dicembre. "Attraverso le parole", racconta Chiara Caselli, protagonista dello spettacolo, a Tgcom24 "i due personaggi coprono l'intero ventaglio dell'alfabeto amoroso..."
E sono le parole, intense e visionarie, che i due personaggi, Leo, interpretato da Paolo Valerio e Emmi, Chiara Caselli, fotografa, regista e attrice di tanti film celebri, si scrivono in un serrato carteggio via mail, le vere protagoniste dello spettacolo.
"E' la storia di due persone, un uomo e una donna, che si incontrano per caso via mail. Poco alla volta nasce tra loro una relazione, che potrebbe non portare mai, o forse sì, ad un incontro fisico, e che si nutre sostanzialmente solo di parole... all'interno delle quali però c'è l'intero ventaglio di sfumature e colori degli incontri amorosi...", racconta l'attrice.
Non si sa se questo rapporto nato via mail potrà mai sopravvivere a un incontro reale, fisico, ma forse non è questo che conta. Quello che conta nel romanzo di Glattauer, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, e nella trasposizione scenica di Valerio, è quell'indugiare negli spazi nascosti tra le parole scritte, quell'insinuarsi dietro al loro apparente significato per scoprire un sentimento talmente potente e travolgente, che si materializza tra le pagine del libro e sul palcoscenico, magicamente e sorprendentemente come solo l'amore sa fare. Un’emozionante favola moderna, priva di ambientazioni, che si avvale solo della lunga sequenza di messaggi, che i due protagonisti si scambiano. Leggera, ironica, spesso cerebrale e ricca di spunti di riflessione, su cosa significa davvero vivere una realtà che spesso diventa stretta e nella quale s'insinuano rimpianti e rimorsi, ombre e sensi di colpa dai quali non ci si riesce più a liberare.
"La regia di Valerio e la scenografia di Antonio Panzuto hanno immaginato un palco diviso in due isole, ognuna separata da una striscia di terreno di nessuno", racconta la Caselli: "In ognuno delle isole si trovano le stanze in cui Leo e Emmi scrivono a ritmo serrato, leggendole, le loro mail. I due non si guardano mai, è come se fossero due monologhi".
Le due stanze hanno ritmi del tutto differenti come le personalità dei due protagonisti: "Quello frenetico e vivace di lei, che copre un ventaglio più ampio di emotività e quello più pacato di lui...", dice la Caselli.
Emmi è moglie e madre "felice", come si descrive lei stessa, di due figli, ma si dibatte tra i doveri e le consuetudini legate al concetto di famiglia e i suoi desideri di fuga dalla monotonia della vita di tutti i giorni. La corrispondenza con Leo rappresenta per lei la possibilità di cambiare qualcosa, o almeno di immaginare un cambiamento. Leo è più riflessivo, più concreto, ma anche più determinato e serio, un porto sicuro capace di placare i tumulti di Emmi.
Nell'era di Internet e dell'immediatezza, degli sms e dei whatsapp un testo più che attuale: "Oggi assistiamo ad un abbassamento della qualità della parola scritta e questo amore virtuale fatto di parole è bellissimo...", dice l'attrice, che aggiunge: "Quando però si tratta di relazioni io penso che sia necessario l'incontro reale...Le relazioni hanno bisogno del contatto fisico".
Leo e Emmi questo incontro lo immaginano, lo desiderano, ma allo stesso tempo lo rifuggono, per paura di confrontarsi e di essere costretti ad abbandonare l'idealizzazione che hanno l'uno dell'altra: "Prima o poi però le ombre di ognuno vengono a galla... è quello il momento della verità", conclude Chiara Caselli.