Il regista napoletano porta in scena alcuni passi del diario dello scrittore e giornalista britannico Norman Lewis
La Napoli bombardata dei palazzi sventrati e dei cumuli di macerie, e liberata dagli anglo-americani, con la sua miseria e la sua bellezza, raccontata da Norman Lewis nel suo libro "Naples `44" approda alla Festa del Cinema di Roma con il bel documentario di Francesco Patierno "Napoli `44". Il regista napoletano, tra immagini d'archivio, spezzoni di film e riprese fatte oggi, ha portato sullo schermo alcuni passi del diario dello scrittore e giornalista britannico, narrati da Benedict Cumberbatch nella versione inglese e da Adriano Giannini in quella italiana.
Lewis nel 1943 era un giovane ufficiale che entrò con la Quinta Armata americana in una Napoli distrutta e piegata dalla guerra e rimase colpito dalla complessità della città e dall'inventiva della sua gente, che cercava di rinascere in qualche modo dalle macerie. Per realizzare il documentario è stato necessario un anno di ricerche in archivi italiani, inglesi e americani.
Con le immagini trovate e le parole dello scrittore, che funge da narratore, si mostrano le ferite di Napoli, la crudeltà della guerra, i soprusi subiti dai suoi abitanti, ma anche le infinite risorse dei suoi cittadini. "Il libro è un ritratto fedele, partecipe e equilibrato e racconta il passato ma è uno specchio del presente. Per questo il progetto mi ha coinvolto", ha affermato il regista.
Un documentario struggente che incredibilmente fa associare quelle immagini, recuperate negli archivi di guerra di tutto il mondo, ai conflitti di oggi. "Volevo", ha aggiunto Patierno in un'intervista all'ANSA, "che venisse annullata la distanza temporale tra passato e presente, quel tempo non è così lontano. Napoli '44 e' uno specchio di quello che accade oggi ad Aleppo e non solo. Tutte le guerre sono uguali, la vita che ci si trova a fare in una città bombardata è la stessa in ogni latitudine e epoca".
"Napoli '44" è anche un omaggio al cinema che ha saputo raccontare quegli anni terribili, "dentro c'è Rossellini di Paisà, Cavani della Pelle e poi ancora Napoli Milionaria, O sole mio, Le 4 giornate di Napoli, il Miracolo di San Gennaro e uno sconosciuto Re di Poggioreale". "E' nel mio Dna mischiare generi e giocare con le linee temporali per fare un racconto emotivo", ha detto il regista.