Il nuovo film di fantascienza del regista cult è tratto dal romanzo omonimo di Ernest Clive e omaggia la cultura pop dei nerd anni Ottanta
E' arrivato il 28 marzo nei cinema italiani "Ready Player One", il film di fantascienza che Steven Spielberg ha tratto dal romanzo best seller di Ernest Cline. Il regista rende omaggio a nostalgici e nerd in una celebrazione della cultura videoludica in cui si immagina un futuro distopico dove l’unica via di fuga è il ritorno agli anni Ottanta. Il film ha esordito in sala, balzando subito al primo posto del box office.
Il film è ambientato nel 2045, anno in cui il mondo sta per collassare sull’orlo del caos. Ma le persone hanno trovato la salvezza nell'OASIS, un enorme universo di realtà virtuale creato dal brillante ed eccentrico James Halliday (Mark Rylance). A seguito della morte di Halliday, la sua immensa fortuna andrà in dote a colui che per primo troverà un Easter egg nascosto da qualche parte all'interno dell'OASIS, dando il via ad una gara che coinvolgerà il mondo intero. Quando un improbabile giovane eroe di nome Wade Watts (Tye Sheridan) deciderà di prendere parte alla gara, verrà coinvolto in una vertiginosa caccia al tesoro in questo fantastico universo fatto di misteri, scoperte sensazionali e pericoli.
Steven Spielberg, che ha ritirato in Italia il David di Donatello alla Carriera, ha discusso in una conferenza stampa americana del suo impegno sul romanzo cult di Ernest Cline: "Credo che a chiunque abbia letto il libro e abbia un legame col mondo del cinema sarebbe piaciuto farne un film. Nel libro ci sono sette film, forse dodici. Si trattava di capire come raccontare la storia di questa competizione e allo stesso tempo renderla un messaggio, con una scelta: vogliamo esistere nella realtà o in un universo di fantasia? Io ci ho vissuto per tre anni, sono fuggito nell'immaginazione di Ernest Cline e Zack Penn (il cosceneggiatore) per tre anni, anche se sono tornato sulla Terra un paio di volte, con 'Il ponte delle spie' e 'The Post', mentre facevo 'Ready Player One'. Ho proprio avvertito l'impatto del passaggio dalla realtà sociale all'intrattenimento di fantasia. E' una sensazione bellissima, anche se tua moglie e i figli diventano matti: come sarà papà quando torna a casa oggi'"