TRA TOUR E NUOVO BRANO

"Riecco Lele, questo è un nuovo inizio": il ritorno dei Negramaro

La band parla per la prima volta con "Vanity Fair" dopo la grande paura per il chitarrista colpito da una emorragia cerebrale

30 Gen 2019 - 11:06
 © vanity-fair

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"Se Lele non fosse tornato dal buio avrei smesso di cantare, perché tutto è nato quando lui era solo un ragazzo e aveva negli occhi una luce, una fame e una voglia che non ho più rivisto in nessun altro. Senza Lele non avrei più continuato a stare su un palco". Giuliano Sangiorgi, a nome di tutti i Negramaro, racconta il nuovo atto della band a "Vanity Fair", che dedica loro la copertina con protagonista proprio Lele Spedicato.

Il chitarrista del gruppo è stato infatti colpito lo scorso 17 settembre da una emorragia cerebrale che lo ha mandato in coma e Sangiorgi spiega che era pronto a fermarsi: "Avrei voluto annullare il tour, ma per fortuna non l’abbiamo fatto. Perché Andro (Andrea Mariano, tastierista, ndr) ha detto: 'Non cancelliamo il tour, a Lele bisogna dare una botta di vita. Se torna e si sveglia, deve avere la possibilità di crederci'. Era certo che, se Lele avesse saputo del cancellamento, si sarebbe accasciato su se stesso e la ripresa avrebbe avuto un decorso lunghissimo. Aveva ragione. Il tour alla fine lo abbiamo solo rimandato e Lele si è dimostrato un leone. Ha compiuto un miracolo. Ha abbracciato suo figlio (Ianko, avuto a metà novembre dalla moglie Clio, ndr). Ha creduto nel sogno".

La partenza del tour rimandato, con parecchie date già sold out, sarà da Rimini il 14 febbraio, debutto seguito il 15 dall’uscita di "Cosa c’è dall’altra parte", un brano scritto da Sangiorgi proprio per Lele. "È una preghiera laica e una bestemmia religiosissima. Non volevamo neanche pubblicarla, ma solo regalarla a tutte le persone che ci sono state vicine. Lele ha sentito l’esplosione collettiva, ha avvertito l’affetto. Si è ripreso così in fretta, credo, soprattutto per quello".

Nel video, online dal 16 febbraio, si vede un abbraccio tra Lele e Giuliano: "Non era preparato. Lele è sempre stato l’indiano del gruppo, il saggio della compagnia. Stavo suonando il pezzo piano e voce e non mi ero neanche accorto fosse sul set. È arrivato alle spalle, mi ha abbracciato, ci siamo commossi. Il vecchio Lele sarebbe stato fermo senza fiatare per non perdere la magia, ne ho scoperto uno nuovo, ancora più grande di ieri".

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